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Aggiornato: 20 giugno 2025
La memoria tua debba essere piena de' benefizi miei, e' quali tu hai ricevuti da me; ed ella è piena di disonestá e di molti altri mali. L'occhio de l'intellecto el debbi ponere col lume della fede ne l'obiecto di Cristo crocifixo unigenito mio Figliuolo, di cui tu se' facto ministro; e tu gli hai posto dinanzi delizie, stati e ricchezza del mondo con misera vanitá.
Veggo il vecchio Codro, cadente sotto il peso de' suoi volumi in foglio; né la rabbia basta a dargli forza per lanciarmeli contro. E te pure non dimentico, o poetastro, celebratore de' pranzi illustri; e te pure, o Vafrino, piaggiatore de' grandi, che ti sei fatto un patrimonio colla loro vanitá.
E perciò fatichi chi vuole nelle sue vanitá, e bastigli l'esser lasciato fare, senza volere, con riprensione da se medesimo non intesa, l'altrui virtuoso operare andar mordendo.
Ahi anime ingannate e fatture empie, che da si` fatto ben torcete i cuori, drizzando in vanita` le vostre tempie! Ed ecco un altro di quelli splendori ver' me si fece, e 'l suo voler piacermi significava nel chiarir di fori. Li occhi di Beatrice, ch'eran fermi sovra me, come pria, di caro assenso al mio disio certificato fermi.
e se 'l sommo piacer si` ti fallio per la mia morte, qual cosa mortale dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale de le cose fallaci, levar suso di retro a me che non era piu` tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, ad aspettar piu` colpo, o pargoletta o altra vanita` con si` breve uso.
e se 'l sommo piacer si` ti fallio per la mia morte, qual cosa mortale dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale de le cose fallaci, levar suso di retro a me che non era piu` tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, ad aspettar piu` colpo, o pargoletta o altra vanita` con si` breve uso.
E questo splendore dice essere stato balenato da questa cosa vana, a dimostrazione che dalla vanitá delle cose della presente vita nasca questa luce a guisa di baleno, il lume del quale essendo súbito, reca seco ammirazione, e poi subitamente si converte in nulla, sí come noi veggiamo avvenire de' fulgori temporali, che testé sono e testé non sono.
L'occhio non porge altro che morte, perché è posto a vedere cosa morta con disordenato guardare colá dove non debba; con vanitá di cuore, con leggerezza, con modi e guardature disoneste è cagione di dare morte a sé e ad altrui.
Ma per cosí fare con indisputabile ischiettezza, era necessario non introdurre una correzione né di storia, né di stile, o nemmeno di stampa; lasciare il testo scrupolosamente qual era, e poter dire che non vi s'era mutato una sillaba. E mi parve men bello, e forse brutto sagrificare a quelle vanitá quanti miglioramenti avessi a fare, ora omai, al mio lavoro.
El vento della prosperitá notrica la superbia con molta presumpzione, con grandezza di sé e avilimento del proximo suo. Se egli è signore, va con molta ingiustizia e con vanitá di cuore, e con immondizia di corpo e di mente, e con propria reputazione e con molte altre cose che seguitano doppo queste, le quali la lingua tua non potrebbe narrare. Questo vento della prosperitá è egli corrocto in sé?
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