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Aggiornato: 11 giugno 2025
Il duca Valentino era l'uomo più complesso del suo secolo, e teneva alla Chiesa e al Principato, alla milizia e alla aristocrazia, alla politica e alle battaglie. Ultimo nella storia dei piccoli principi medioevali, slargava l'ambizione fino al sogno d'un Regno italico, riflesso dei grandi Stati nazionali che si costituivano allora in Europa, sulla coscienza italiana.
« Gualfardo, volete condurmi al Valentino a far una passeggiata? gli dissi appena giunse. Il babbo lo permette. «Egli accettò colla solita cortesia. «Era la prima volta che uscivamo soli. Eravamo un po' imbarazzati.
Però, notava gravemente Valentino Turchi con ostentata umilt
La piccolezza della sua condizione che lo impediva allora, non crebbe mai abbastanza per la stima che il pubblico facesse del suo ingegno, da meritargli grado di ambasciatore di Firenze. La prima fu a Forlì presso Caterina Sforza, la seconda presso il duca Valentino ad Imola.
Per Girolamo Bardelli non c'era vacanza; a lui non era lecito di bever un mezzo litro con gli amici; non gli era lecito di far la corte alle ragazze e meno che mai di avere una bella moglietta al suo fianco.... No, no, egli non si sarebbe recato quella sera al Valentino in cerca della signora Merlini; che le avrebbe detto?
E Valentino Turchi giudice collaterale, che presentava tutta la sembianza di un cane da macellaro con gli occhiali, affermando osservò: Ed io rincaro osservando, che non si trattava di caso atroce. Giustissima considerazione, soggiunse il vecchio Luciani, sentendo quasi rimorso per non averla aggiunta al suo discorso. Il Luciani, secondo la giustizia di cotesti tempi, aveva ragione da vendere.
La sua figura ritta dinanzi allo spirito del Macchiavelli illuminava le sue osservazioni, coordinando le riflessioni confuse che gli si sarebbero forse imbrogliate nella meditazione. Il Valentino aveva la chiarezza dell'azione; era il sistema fatto uomo, il secolo individualizzato.
Ero solo in una delle immense sale della pinacoteca Borghese: l'aria era umida e la luce si velava. Una figura pallida attirò il mio sguardo da una parete. Sembrava staccarsene ed inoltrare. Avevo in mano la tabella dei nomi dei quadri e l'occhio mi cadde proprio sul numero di quel ritratto; il duca Valentino. Diedi un balzo.
MACCHIAVELLO. Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino per ammazzare Oliverotto da Fermo, Vitellozzo Viletto, il signor Gianpagolo, e il Duca di Gravina Orsini. «Nel seccare, e dare la via al lago Fucino fece prima fare una battaglia navale.
Il notaro Ribaldella sopra il frammento di carta aveva segnato: E la tortura capillorum? L'auditore Valentino Turchi declinò a posta sua il capo confuso; il Luciani insistendo favellò: Anzi per me sono di avviso, che si abbia stamani a incominciare dalla tortura capillorum; secondo poi quello che butta, noi ci regoleremo.
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