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Aggiornato: 16 giugno 2025
<<Io fui d'Arezzo, e Albero da Siena>>, rispuose l'un, <<mi fe' mettere al foco; ma quel per ch'io mori' qui non mi mena. Vero e` ch'i' dissi lui, parlando a gioco: "I' mi saprei levar per l'aere a volo"; e quei, ch'avea vaghezza e senno poco, volle ch'i' li mostrassi l'arte; e solo perch'io nol feci Dedalo, mi fece ardere a tal che l'avea per figliuolo.
Da gran tempo non aveva saputo più novelle di Raimondo. Egli era partito per un lungo viaggio otto anni prima, quando, rimasto solo per la morte d'un vecchio zio che avealo educato, eragli nata vaghezza di veder cose nuove. L'ultima sua lettera recava l'impronta d'una melanconia profonda, inguaribile.
Noi non descriveremo qui quel lavoro che dovette riescire di una eleganza ed imponenza severa e solenne, sia perchè ci obbligherebbe ad allungarci oltre al limite che ci siamo prefissi, sia perchè chi ne avesse vaghezza ne troverebbe la descrizione nell’Esodo capitolo 19 e seguenti.
In questo Selvaggia sorpresa d’udire in tanta solitudine melodie, benchè di lunge non ben distinte, ma d’un andamento sì melanconico, aveva spedito a sapere d’onde venissero e da chi mai. E come da Maria le fu narrata ogni cosa, a lei pure prese vaghezza d’udir quella storia. Il Romeo con le donne era rimasto sul piazzaletto che è dinanzi alla porta.
Poco stante Raimondo si rizzò in piedi, e passeggiò a gran passi per la camera; il suo viso conturbato tradiva l'affanno d'un pensiero importuno. Allora solo mi sovvenne che io non sapeva ancora tutto, e che se mi aveva fatto chiamare con tanta premura, non poteva essere certamente per sola vaghezza di farmi la narrazione del suo passato. Egli viene; mi disse dopo breve tempo, accostandomisi.
Ma qual vita è tanto umile, che dalla dolcezza della gloria non sia tócca? Questa vaghezza credo che cagion gli fosse d'amare sopra ogni altro studio quel della poesia, accioché per lei al pomposo e inusitato onore della coronazion pervenisse.
Muto rimasi, e palpitommi il core, E ciò sentendo ebbi di ghiaccio il petto; Ed ora il mio timor fassi maggiore Quando cotanto mal vienti predetto; Duolmi, che 'l grande ardir del tuo signore Abbia di quì pugnar sì gran diletto; Chè la vaghezza de gli uman pensieri Sovente a gran tormento apre i sentieri.
<<Io fui d'Arezzo, e Albero da Siena>>, rispuose l'un, <<mi fe' mettere al foco; ma quel per ch'io mori' qui non mi mena. Vero e` ch'i' dissi lui, parlando a gioco: "I' mi saprei levar per l'aere a volo"; e quei, ch'avea vaghezza e senno poco, volle ch'i' li mostrassi l'arte; e solo perch'io nol feci Dedalo, mi fece ardere a tal che l'avea per figliuolo.
del qual piu` altri nacquero e diversi; e tanto d'uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e 'l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio: Canto XIX Ne l'ora che non puo` 'l calor diurno intepidar piu` 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriiente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna ,
E quivi ne l'oggetto alto e immortale gli dimostra l'esempio vivo e vero, onde discese il nostro spirto altero a dover informar cosa mortale. L'anima accesa a l'eterna vaghezza, tutta s'accende a far novo disegno del bel, ch'entro dipinge il divo aspetto. Ma come poi si move il basso ingegno, donna mia, per salire a tanta altezza, cade lo stile, e manca l'intelletto. Dello stesso
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