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Aggiornato: 17 ottobre 2025
La Politica di Aristotile è una delle tappe più gloriose nella storia del pensiero umano, forse il monumento più grande delle scienze storiche; i Discorsi del Macchiavelli non furono e non saranno mai che discorsi di un grande ingegno vagante nella storia colla penetrazione dell'arte politica e di una varia esperienza personale.
In quell'ora l'ottobre era agli ultimi suoi giorni il vicolo, affatto deserto, offriva a' sorci o a qualche cagnuolo abbandonato e vagante la copiosa vettovaglia de' suoi rifiuti e della sua spazzatura, ammonticchiati qua e l
Camminavano lesti, leggeri, aspirando il profumo dei prati, nella tranquilla ascoltazione delle cingallegre che volavano d'albero in albero; l'occhio vagante, il pensiero alato. Egli si fermò di botto. Che cosa guarda? domandò Marta dopo di aver aspettato qualche istante. Coraggiosa bestiola! Questa esclamazione non essendo una risposta, Marta si pose anch'ella a guardare.
Dico fiore, poichè sono veramente i migliori, coloro che insofferenti di miserie e di depredazioni si lanciano nelle avventure di vagante vita in lontane contrade.
Amico mio, non ho fame fu la malinconica risposta. Prenderete del Chablis? Sì, sì rispose lei, con la voce gutturale e lo sguardo vagante delle donne che perdono la testa. Il cameriere uscì con gli ordini. Essi dettero in uno scoppio di risa; non ne potevano più. Lucia aveva le lagrime agli occhi, Federigo si nascondeva la testa nel tovagliolo. Che cosa buffa!
Fu dell'Italia appassionato amante E ne applaudì la gloria e la fortuna, I palazzi il ricordano vagante Per la laguna. Cantò la Gioia e il Bello e la pagana Volutt
Ma perché l’occhio cupido e vagante a me rivolse, quel feroce drudo la flagellò dal capo infin le piante; poi, di sospetto pieno e d’ira crudo, disciolse il mostro, e trassel per la selva, tanto che sol di lei mi fece scudo a la puttana e a la nova belva. Purgatorio · Canto XXXIII ‘Deus, venerunt gentes’, alternando or tre or quattro dolce salmodia, le donne incominciaro, e lagrimando;
Nel considerare questo epicurèo così ben pasciuto, così attento al suo corpo, alle delizie facili della sua carne ben coltivata, mi avveniva di trovare profondamente inutili, anzi dannose, tutte le complicazioni cerebrali dietro cui si perde il miglior tempo della mia vagante gioventù. Possedeva un’amante ammirevole, un sarto geniale, un cane aristocratico; era giovine e doveva certo essere molto ricco; gli piacevan le buone mense, gli ottimi sigari, l’alcool centellinato a piccoli sorsi; pareva essere affatto libero da disturbi gastrici come da mali di nevrastenia, credo fosse incapace di soffrire pensare o dubitare profondamente:
Parola Del Giorno
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