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Aggiornato: 14 luglio 2025
32 Obizzo vedi e Folco, altri Azzi, altri Ughi, ambi gli Enrichi, il figlio al padre a canto; duo Guelfi, di quai l'uno Umbria soggiughi, e vesta di Spoleti il ducal manto.
Ma no, amico mio! La questione non è di forma, non è di adottare un'allegoria doppia invece di una immagine piana, non è di imitare un po' i francesi, un po' i russi, un po' i portoghesi, un po' i norvegesi perchè quel miscuglio piaccia a tutti loro. Con questo metodo i frati francescani fanno qui in Umbria la misticanza, una insalata fresca arguta e deliziosa che contiene trentatrè erbe diverse.
E le facevan quasi corona all'intorno, i liguri alla marina oggi ancora nomata da essi, e sull'alto Po nelle sedi degli antichi taurisci mescolati forse con essi e detti allora «taurini»; i veneti sull'alto Adriatico; gli umbri ridotti forse fin d'allora a ciò che ancor si chiama Umbria; le genti italo-osche, e i magno-greci a mezzodí.
Se qualche gioia le pende dal collo o qualche perla dalle orecchie e vi dispiacessero, toglietele via, ché non resterá men riguardevole la sua bellezza; se pur i specchi ch'ella suol straccare specchiandovisi dentro, che le han venduti certi maestri d'Africa e di Umbria, non le mostrano qualche isconcia macchia per neo.
Giuliano si fermò a guardare. E se in cambio di Rocco avesse avuto seco un uomo da poter discorrergli assieme; avrebbe parlato delle alte cose, che gli venivano in mente in quella quiete. Pensava con affetto, con doloroso affetto, a Francesco d'Assisi; il quale dalla sua Umbria, era venuto mendicando a trovare quel lembo di terra, a farvi sorgere quelle mura; coll'opera volonterosa degli oppressi, colla promessa del regno dei poveri e di Dio. Pensava a quella promessa mancata, ai secoli venuti dopo il Santo, ai frati vissuti in quel convento, che subito furono più amici dei castellani oppressori, che dei popoli languenti all'ombre di quei castelli; e vedeva l'immagine di Francesco andare afflitta, tra gli spiriti di coloro, che amarono gli uomini e furono grandemente delusi. Quell'edificio che aveva dinanzi, al cui nascimento avevano presieduto chi sa che alti pensieri; gli pareva d'et
Il cardinale Rizzi era uno dei sanfedisti più arrabbiati, e nel sacro collegio dei cardinali faceva parte di quella, che potrebbe chiamarsi l'estrema sinistra, ossia il partito d'azione dei clericali, quel partito che con De Merode e Lamoricière condusse il governo del Papa all'attitudine bellicosa, e alla campagna delle Marche ed Umbria nel 1860.
Era così felice d'essere agricoltore, di possedere la sua terra; amava tanto i suoi campi, la sua casa, la sua Umbria, la sua Italia, questa terra, che gli aveva dato la vita e della quale egli si sentiva figlio, rampollo e parte; fibra del corpo amoroso di lei, ed era grato a Dio, che lo aveva voluto figlio d'Italia, agricoltore assiduo, che gli aveva dato una patria, una famiglia, la sua fede.
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