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Aggiornato: 6 giugno 2025


Mentre cosí si appuntavano le armi contro la relazione documentata, che in povera veste era venuta da Lugano a raccontar fatti che si volevano sopire, era naturale che si cercasse di sapere chi ne fosse l'autore. Sulle prime corse voce che l'avesse fatta Melchiorre Gioia , forse perché dell'economista piacentino si ricordavano altri opuscoli pubblicati nell'occasione di gravi mutazioni politiche nel ventennio anteriore; ma la voce cadde di per , senza bisogno di essere smentita. Maggior consistenza invece prese l'opinione che uno o piú senatori avessero lavorato a mettere insieme la Memoria storica, e a questa opinione aderí anche Ugo Foscolo, quando prese a confutar quella relazione nei suoi discorsi Della servitú dell'Italia : generosi ed eloquenti discorsi, nei quali per altro non è dissimulato il dispetto del poeta di essere stato additato come frequentatore di mense ministeriali e sovvertitore della plebe ai tumulti del 20 aprile. Il Foscolo, come si vede da piú luoghi di quei discorsi e da altri della Lettera apologetica scritta quasi dieci anni di poi agli editori padovani della Minerva , teneva, se non per autore, almeno per ispiratore principale della Memoria storica il senatore Diego Guicciardi, fattosi, sempre secondo il Foscolo, sostenitore del principio della monarchia di diritto divino, appunto in quei giorni che l'Austria si preparava a soppiantare la Francia, e proclamatosi da per uomo di Stato a nessuno secondo. E questa ch'era stata l'opinione del Foscolo divenne presto universale, tanto che nel 1822 il Saint-Edme (cioè Teodoro Bourg, gi

E l'uomo: Fuggite, o cristiano, se avete lena! Fuggite! Non cercate di nessuno! Noi abbiamo fallato il cammino.... e ci siamo rassegnati a morire qui! Come? Che vi accadde? ridomanda Ugo, gi

Ma ben più avrebbe riso la corte di messere Corrado, se avesse saputo in qual modo l’antico falconiere di Ugo rispondesse al nobile ufficio di successore.

Quando Ugo fu partito, Emilia propose una passeggiata nel bosco; ma essendole stato detto che non poteva uscire se non in compagnia di Bertrando stimò meglio ritirarsi nella sua stanza.

E incominciai da Ugo Foscolo. tedierò adesso il lettore narrandogli come, sviluppando un piano di Wells, potei giungere, nel regno delle ombre, a quel Grande. Ma della fedelt

Ritornò da Ugo, lo fece rifocillare, lo animò tutto, gli domandò: Ugo, sei pronto? A tutto, purchè tu mi baci! rispose Ugo. Ancora e sempre. Ora mi trovo saldissimo. Dunque decidi di me.

Dopo aver considerate tutte queste cose e dopo esser giunto fino al letto, i cui guanciali non apparivano neanche toccati, il conte Ugo si volse al pellegrino che si era fermato presso l’uscio, e col braccio appoggiato sul canterano, la persona appoggiata sul braccio, le gambe incrocicchiate, lo stava attentamente guardando.

Ma il conte Ugo non potè, siccome pur era desiderio dello zio, tenere lo invito, in modo tanto cortese a lui fatto dai reali di Francia.

Ugo entrò nel castello, perchè tosto al suo nome si aperse il portone: fu condotto in una sala d'armi, aspettò poco, osservò molto, computando quanti uomini si potessero arnesare subito con piastra e maglia, poi s'inchinò l

O mio Ugo, vivremo lontano da tutti! Ci benedica il romito. Affermano i boscaiuoli ch'egli è profeta: ci predir

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dell’esule

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