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Aggiornato: 10 maggio 2025


³¹¹ Euseb., 375. Il decreto di Costantino è, nel suo principio ispiratore, uno degli atti più razionali che siano mai usciti dal potere legislativo, anzi, si può dire che la legislazione di tutti i tempi e di tutti i popoli non è mai andata al di l

A lui si leggeva in viso qualche segno, come di una potenza che dall'infuori gli governasse l'animo; ed era un occhio dolce di donna, che egli si vedeva dinanzi, intento, amico, ispiratore. Quell'occhio lo accompagnava per tutto, sotto quella vista cresceva nell'arte sua; s'afforzava nei pensieri di ribellioni generose; s'avezzava sobrio ed austero; studiava, sperava ed amava: la scienza, la rivoluzione, sua madre e Bianca, erano i suoi amori. Di questa, in tutto il tempo che mancava da D...., non aveva avuto chieste novelle; non volendo risicare la ricca illusione, per sapere cose che, delle due l'una, o erano conformi a quella, o tali da struggerla tutta. Pure gli incontrava sovente di non si poter levare dal cuore una mestizia, che gli recava in malaugurio ogni cosa. Il parentado con Bianca gli pareva stornato da lunga pezza; immaginava che l'Alemanno l'avesse sposata in quei mesi, o fosse per isposarla; voci misteriose lo ammonivano dal fondo del cuore; di pensiero in pensiero, di dubbio in dubbio, andava tant'oltre che vedeva il corteo nuziale, l'altare, il frate, i due felici sorridentisi alla balaustrata della chiesa di C.... l

Il Petrarca era esule anch'esso; avea scritto dei Rimedj dell'una e dell'altra fortuna: filosofo patriotto per voce comune e grand'amatore dell'Italia, Franciscolo, che lo avea conosciuto a Padova e a Milano, sperava dal colloquio di esso ritrarre e consolazioni e consigli; onde si recò in Valchiusa, e volle condurvi anche il suo Venturino, persuaso che ai fanciulli l'aspetto e il favellare d'un grande sia ispiratore di generosi sentimenti.

Mentre cosí si appuntavano le armi contro la relazione documentata, che in povera veste era venuta da Lugano a raccontar fatti che si volevano sopire, era naturale che si cercasse di sapere chi ne fosse l'autore. Sulle prime corse voce che l'avesse fatta Melchiorre Gioia , forse perché dell'economista piacentino si ricordavano altri opuscoli pubblicati nell'occasione di gravi mutazioni politiche nel ventennio anteriore; ma la voce cadde di per , senza bisogno di essere smentita. Maggior consistenza invece prese l'opinione che uno o piú senatori avessero lavorato a mettere insieme la Memoria storica, e a questa opinione aderí anche Ugo Foscolo, quando prese a confutar quella relazione nei suoi discorsi Della servitú dell'Italia : generosi ed eloquenti discorsi, nei quali per altro non è dissimulato il dispetto del poeta di essere stato additato come frequentatore di mense ministeriali e sovvertitore della plebe ai tumulti del 20 aprile. Il Foscolo, come si vede da piú luoghi di quei discorsi e da altri della Lettera apologetica scritta quasi dieci anni di poi agli editori padovani della Minerva , teneva, se non per autore, almeno per ispiratore principale della Memoria storica il senatore Diego Guicciardi, fattosi, sempre secondo il Foscolo, sostenitore del principio della monarchia di diritto divino, appunto in quei giorni che l'Austria si preparava a soppiantare la Francia, e proclamatosi da per uomo di Stato a nessuno secondo. E questa ch'era stata l'opinione del Foscolo divenne presto universale, tanto che nel 1822 il Saint-Edme (cioè Teodoro Bourg, gi

Negli antichi tempi eroici quest’uomo sarebbe apparso come una forza dinamica della Natura o come un Profeta; oggi era un giornalista, un commediografo, un romanziere, un agitatore di coscienze, un organizzatore di Congressi, un Ispiratore ed un Conduttore di risorgimenti nazionali. Ma era meno grande d’un Profeta?

Era collaboratore ed ispiratore di articoli del giornale l'Italia del Popolo, organo del partito repubblicano, di quel giornale che nel suo numero del 7 maggio, a disordini gi

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