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Aggiornato: 25 giugno 2025
Intanto i servitori, diretti dal maestro di casa, avevano apparecchiato per i quattro invitati e dopo cinque minuti don Pio conduceva a tavola Maria, faceva sedere il Carrani fra la madre e donna Camilla, e indicava al Rosati il posto in mezzo alla moglie e alla signora Caruso, ponendosi a fianco Ubaldo, che rimaneva collocato così fra lui e la duchessa.
In quella tremenda notte donna Camilla non provava neppur più rimorso per quel che aveva fatto; non era sgomenta di ciò che poteva accadere se Ubaldo leggeva la lettera di don Pio; tutto le pareva nulla in confronto delle sue sofferenze, e quando il dubbio la invadeva che neppure la morte avrebbe potuto cancellare dal cuore di don Pio l'immagine della bella creatura, allora agitava la testa sui guanciali, cessava d'imprecare, di maledire, di pregare, e provava tutto l'orrore, lo sgomento dalla propria impotenza.
Ora che credevo fosse terminata la vita precaria, angustiata, miserabile, ora dovremo ricominciare i pellegrinaggi, gli stenti, i sacrifizi! Così non può durare, diceva Maria a sè stessa ripensando alla sua situazione. Ubaldo dovr
Quella era la ricchezza che sognava don Pio, e Ubaldo promettevagli che l'avrebbe acquistata con La Stampa e con la speculazioni edilizie. E l'on. Carrani si guardava bene dal contraddire il giornalista, poichè egli aveva bisogno di un giornale sostenuto da un uomo ricco per ritornare al governo, e voleva tornarci a ogni costo.
Ubaldo giudicava cosa naturalissima che il principe, ora che stava un po' meglio, scrivesse a Maria per domandarle notizie e per esprimerle il suo rincrescimento per la gravissima disgrazia occorsale, e non si meravigliava punto che Maria non avesse fretta di leggere quella lettera.
Ma il dubbio le entrò nell'animo che donna Camilla fosse pazza. Inoltre, continuò Ubaldo, noi dobbiamo accaparrarci gran numero di lettori solleticando anche le passioni. Come sarebbe a dire? domandò la duchessa che non perdeva una parola.
Egli avrebbe bisogno, per rappresentar degli eroi, di vederne intorno a sè; ma non ne vede pur troppo; quelli che vorrebbero passare per eroi, invece di destare in lui ammirazione, lo fanno più tosto ridere. Quando la fantasia lo porta fra gli antichi, al fervido pensiero, ei dice: Mi s'attraversa Ubaldo, il qual pur ieri Pitocco, oggi pretor, poco si stima Minor di Giove e spaventar mi crede Con la novella maest
Non era amore, amore nel senso alto e nobile della parola, quello che ella ispirava ad Ubaldo; era un capriccio, una passione sensuale che, appunto per la impossibilit
Ubaldo, che le era stato fino a quel momento inginocchiato accanto, la prese fra le braccia e passò in mezzo alla gente raccogliendo le parole di commiserazione che la vista di quella bella creatura strappava a tutti. Poverina! Pare morta! diceva la gente cercando di farsi strada fra la folla per accompagnarla.
Don Pio non faceva nulla in tutto quel tramestio; egli pagava soltanto, pagava lautamente. In una settimana aveva speso più di centomila lire, ma siccome la duchessa, che per una antica consuetudine aveva continuato ad amministrare il patrimonio, non gli faceva osservazioni, egli non si curava di quella somma inghiottita in così poco tempo dalla compra del giornale, dalle spese per manifesti, per acquisto di voti; e baloccandosi col giornale, di cui con occhio inesperto e curioso studiava l'ordinamento, ordinava mobili per la redazione, faceva trasportare nelle sale a quelle destinate tutta la ricca biblioteca di casa, e si lasciava persuadere da Ubaldo, col pretesto che non era prudente per un giornale d'opposizione di servirsi di una tipografia che non fosse propria, a ordinare motori, macchine, caratteri e tutto ciò che è necessario per montare una grande stamperia, che doveva esser collocata in un cortile interno del palazzo, che gi
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