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Aggiornato: 23 giugno 2025
G alanta ne ridea, donde piú acerba, I niqua piú, ne venne ai duri morsi, S í ch'io le scrissi questo in una querza: TRIPERUNO Sléguati in polve, fulminando Giove, o tu, che, sozza tanto, lorda e vieta, lo nome hai di colei che 'l gran pianeta mosse da prima ad altre imprese e nòve!
LIMERNO. Non mi maraviglio punto se, nel parlare, molto sète lungo e fastidioso; e piú di noi, che stiamovi quivi ad ascoltare. FÚLICA. Perché son io cosí lungo e fastidioso? LIMERNO. La pienezza di quel vostro biancuzzo volto dicemi voi essere di flemma tutto ripieno. TRIPERUNO. Un flemmatico è dunque molto verboso? LIMERNO. Sí, secondo li fisici nostri.
TRIPERUNO. Nel vero, caro mio maestro, non sono giammai tanto fastidito ed annoiato che, udendo voi e l'aurea vostra lira insieme cantare, non subitamente mi racconsoli. LIMERNO. Ed io credevami tanto da la turba e volgo entro questa selva luntanato essere che niuno, se non le querze ed olmi, avessero ad ascoltare. Alludit huic operi trium Sylvarum quod Chaos Triperuni vocat.
TRIPERUNO. «Ammaccia», «uccide», «ancide». LIMERNO. Anzi gli sta cotesto vocabolo molto bene, ché fermamente non trovo «morte» a quella d'una lingua, quale è quella d'un Alberto da Carpo di testa rasa.
R amparsi lungo al fusto d'un sambuco E cco la veggio, oh quanto vaga e snella, L eggiadra, pronta, sedula, sagace! I o la richiamo come far solea: G alanta mia, perché mi fuggi, ingrata? I o son il tuo fidele Triperuno: O ve serpendo vai? vieni a me, vieni, N on ti levar da me, ché bona cura I o sempre avrò di te, fin che col tempo S i trovi chi ti renda a l'esser vero.
TRIPERUNO. Questo tal comporre a l'altrui petizione difficilmente può sodisfare a coloro li quali non vi hanno parte alcuna. Ma ditemi, prego, avanti che da voi mi parta, lo soggetto de' quattro sonetti. LIMERNO. Dirottilo ispeditamente.
Io credo fermamente avere sodisfatto secondo il mio giudizio a le vostre quistioni: ora intendo piú dimesticamente con voi ragionare e ricontarvi le piú maravigliose cose del mondo. LIMERNO. Fatimi, prego, o padre Stúnica, un piacere. TRIPERUNO. Con cui parlate, maestro? ove trovasi questo Stúnica? FÚLICA. Volse egli dirmi Fúlica.
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