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Aggiornato: 28 giugno 2025


TRASIMACO. Benissimo. TRINCA.

TRINCA.

TRINCA. Deh, rassumete il fatto in breve somma, che, se volete raccontargli ogni cosa appuntino, consumaremo il giorno.

ATTILIO. Erotico, quanto prima m'era amico, tanto m'è or inimico: l'amore è un violento effetto dell'anima nostra, cosí l'odio, che da l'amor nasce, è crudelissimo. TRINCA. Come lo farete capace della veritá, vi servirá, come or ci impedisce il servire. ATTILIO. Andiamo a trovarlo: ché usar viltá e cose che mi dispiacciono vo' che per amor mi divenghino dilettevoli. TRINCA. Andiamo.

ATTILIO. La fortuna traditora pur mi lusinga con nuove speranze, e pur le credo. Costui mi dice che mi renderá contento, e son certo che è impossibile, e pur mi piace d'intenderlo. TRINCA. Stammi allegro, padrone, ché è trovata la tua vera sorella. ATTILIO. E questo è il mio dolore. Ma sempre che sento nominar sorella, sento un orror scuotersi per tutta la persona.

EROTICO. Non ascoltai mai narrazion di comedia con piú piacere, perché mi toglie da un mar di travagli. Or ditemi, come potremo aiutarci l'un l'altro? ATTILIO. Ho fatto la parte mia in comedia, il resto tocca a Trinca. TRINCA. Ho caro che il signor Erotico ascolti la mia invenzione, accioché non m'ingannassi il giudizio. Ascoltate, e non mi replicate insin al fin del mio ragionamento.

TRASIMACO. Lo farò scoppiare a calci. Va', chiamalo da parte mia. TRINCA. Andrò a far l'ambasciata a vostro rischio: avertite che capitarete male: bilanciate prima e contrapesate le vostre forze.

E se ben Idio permette alcuna volta cose che dispiacciono, lo fa per trarne poi un grandissimo bene, come è accaduto a noi. EROTICO. Se vi partevate disperato, or non areste avuto questo contento. ATTILIO. M'hai fatto bene, non volendo. TRINCA. Questa volta abbiamo avuto piú ventura che senno.

ATTILIO. Anima mia, con la speranza del bene rasserenate la mente e il volto, e con le lacrime non ci facciamo cosí tristo augurio, se non per altro, almeno per non dar tormento a me; ché a voi non piove una minima lacrimuccia dagli occhi, che a me tutti non siano rivi di sangue, che mi piovono dal cuore. TRINCA. E quando finiranno tante parole?

ATTILIO. Se ben m'affliggono, pur nell'afflizione vi ritrovo qualche piacer mischiato. Ma ne' travagli, dove mi trovo, ci sono per li tuoi consigli; e meriteresti che ti spianasse le spalle, ché ancor tu ne patissi la parte del mio affanno. TRINCA. O gran miseria è l'esser servo d'innamorati, i quali non sanno star nel mezzo, ma sempre sugli eccessi.

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