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La bestia levò il capo e guardò, con quegli occhi di animale caritatevole, povero e dolente. Tutta l'anima di Julian Sorel tremò, di sgomento, di stupore. Ma chi, chi lo guardava, in quel tenero sguardo animalesco, quale novella ossessione di piet

Maurizio tremò, si confuse; per un istante non seppe più in che mondo si fosse. Io? balbettava frattanto. Veramente.... Ma , ripigliò il generale, Gisella parla con voi di tante cose.... di poesia, d'arte, di storia, e che so io; può benissimo avervi detto qualche cosa, da cui si possa ricavare un costrutto, avere un'idea di questa novit

Ahimè, sapevano ogni cosa, e non occorreva che aspettassero le nuove indagini di don Nicola Ovando! Sapevano ogni cosa, e il capitano Fiesco tremò tutto, dal capo alle piante. A Laredo! a Laredo!

Parlavano di cose semplici, temi usuali della conversazione. Ma due o tre volte Giorgio Filomarino fissò il suo sguardo dominatore sopra Adriana e la vide impallidire. Due o tre volte la voce di Adriana tremò in una insolita vibrazione.

E quella mano bianca e fedele, che portava l'amore, l'indulgenza, la pace, il sogno, l'oblio, tutte le cose belle e tutte le cose buone, tremò un istante nell'aria verso di me come per l'offerta suprema. Credo che nell'ora della morte, nell'attimo stesso in cui cesserò di soffrire, io rivedrò quel gesto solo; fra tutte le imagini della vita passata innumerabili, rivedrò unicamente quel gesto.

«È un luogo solitario e tristo questo castello; io tremo tutta nel pensare che devo soggiornarvi. Oh! quante volte mi son pentita di avere abbandonata la Francia! non mi sarei mai aspettata, quando seguii la signora per girare il mondo, di essere imprigionata in un luogo simile. Oh! non sarei venuta via dal mio paese, quand'anco m'avessero coperta d'oro.

Gisella tremò, vedendolo comparire in salotto, e una fiamma le corse alle guance. Ma subito si ricompose, e gli espresse il suo desiderio, avendone quell'esito che fu dianzi accennato. D'altro non fu possibile parlare, essendo presente Albertina. Ed ora vi sentite meglio, non è vero? si restrinse a domandarle Maurizio. , molto meglio, rispose Gisella.

Questi finalmente le domandò con impazienza ciò che volesse da lui, «Non posso perder tempo in bagattellediss'egli, «avendo affari di molta importanzaEmilia gli disse allora che, desiderando tornarsene in Francia, veniva a domandargliene il permesso. La guardò con sorpresa, chiedendole il motivo di tale richiesta. Emilia esitò, tremò, impallidì, e sentì scemarsi d'animo.

La prima volta che uscì andò ad inginocchiarsi al confessionale del P. Piombini. Ella non trovò nulla a dirgli; e non fu anzi che ascoltando la voce profondamente commossa del gesuita, il quale le domandava conto di sua salute, ch'ella si avvide ove fosse. Tremò e pianse. Il P. Piombini non le fece la minima allusione al suo amore. Bambina si limitò a ringraziarlo. Di che? Perchè?

In fede mia, qui c'è da farne una commedia, ed io ho una voglia matta di scriverla. Bravo! per mettere alla gogna un amico!... Hai ragione; lasciamola scrivere da un altro, nei tempi venturi. Se la scrive, io fo voto che me lo fischino. Poverino! perchè? Io ho una paura maledetta dei fischi, e tremo sempre a verghe, quando ci ho qualcosa di nuovo da mettere in scena.