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Candida era tua gonna, e d'ognintorno Dispiegava tesor d'aurei lavori, E di ricchi giacinti un cinto adorno La stringeva sul sen tra smalti ed ori, E su le chiome, onde fin oro ha scorno Spandeva cari odor cerchio di fiori, E tal con ammirabili sembianti Lieta formavi ora sorrisi, or canti.

Di bianchissimi lin turbante altiero, Carco di gran tesor, fascia i capelli, E tremano su lui, ricco cimiero, Gemmate piume di famosi augelli. Tale in sembianza minaccioso, e fiero Gli occhi volgea per gioventù più belli, E spirava nel barbaro ornamento Per entro ad ogni cor tema e spavento.

Un d'april, che la stagione acerba Sen fugge, ed è del Sol più chiaro il lume, Per le campagne io mi godea su l'erba L'odor de' prati al mormorar d'un fiume; Ed ecco in pompa di tesor superba, Ed in sembianza oltra l'uman costume Alfange a gran destrier lentava il morso, Seguendo l'orme d'un bel cervo il corso.

60 E poi ch'al fin le parve esserne chiara, gli disse: Cavallier, datti riposo, che ben può la mia giunta esserti cara, parerti questo giorno aventuroso. Andiam pur tosto a quella stanza avara, che ricco tesor ci tiene ascoso; spesa sar

Penisola gentile, Che sovra il mondo pria la signorile Spada gran tempo trionfando alzasti, E sebben misto a lutti inevitati, Sui barbari domati Ampio tesor di civilt

2 Per ogni altra cagion ch'allontanato contra la voglia d'essa se ne fusse, ancor ch'avesse più tesor sperato che Creso o Crasso insieme non ridusse, io crederia con voi, che penetrato non fosse al cor lo stral che lo percusse; ch'un almo gaudio, un così gran contento non potrebbe comprare oro argento.

So che beato estimasi tra i pochi Chi stringe nella man la chiave d'oro, Ch'apre gli scrigni del pensiero e svela Il tesor degli affetti e le riposte Gemme della sapienza.

O sciagurate! Tutto il tesor dei seminati grani Per le valli del mondo un sol non vale Grano d'amor che germini nel core D'un tuo dolce fratel. Ma se di tante Vedovate il dolor una non pesa Ragion di ferro, e per le figlie nostre Meglio è morir di spasimo nei tetri Asili delle vedove speranze, Maledetta la man che in sen ci pone Il cuore e in mezzo al cor il mesto affanno!

2 Degna d'eterna laude è Bradamante, che non amò tesor, non amò impero, ma la virtù, ma l'animo prestante, ma l'alta gentilezza di Ruggiero; e meritò che ben le fosse amante un così valoroso cavalliero, e per piacere a lei facesse cose nei secoli avenir miracolose.

13 Così disse; e menò le donne dove incomincian l'istorie: e Singiberto fa lor veder, che per tesor si muove, che gli ha Maurizio imperatore offerto. Ecco che scende dal monte di Giove nel pian da l'Ambra e dal Ticino aperto. Vedete Eutar, che non pur l'ha respinto, ma volto in fuga e fracassato e vinto.