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Aggiornato: 3 giugno 2025


Signor Iddio! Signor Iddio!... Signor Pietro, si faccia forte, gemeva a sua volta Evelina, anch'essa colla voce rotta dal pianto, e cercava di farlo voltare, come prima, di calmarlo, di tenerlo quieto, ben coperto sotto le lenzuola. Non faccia così!... Pensi che ancora non è guarito!... Pensi alle zie che lo vogliono tanto bene!

In quanto al figliuolo maggiore, egli è necessario tenerlo basso.... perchè ha una testa.... e certe idee singolari.... Eh! gli pagheremo quella tela impiastricciata che ho visto jeri, e felice notte. Basta che si contenti. A buon conto, in quest'anno ch'è per venire, la coscrizione ci potrebbe anche liberare di lui....

Don Cirillo, per liberarsi da cotesto fastidio delle interruzioni, male oggimai diventato incurabile in casa sua, precipitò il discorso, aggiungendo: Per le quali considerazioni ed esempii io propongo che si abbia a giubbilare Marco, facendogli le spese come buono e fedele servitore finchè a Dio piaccia di tenerlo fra noi.

Con la scusa di tenerlo informato dei pettegolezzi romani, del circolo dei loro amici specialmente, Efisio Chiardi gli parlava soltanto della signorina Nerucci che gli ispirava crescente e sempre più profonda piet

E quella a ridere coi dentini fitti e bianchi, che sembravano voler mordere le labbra. Le era spuntato da poco tempo un nèo sulla guancia destra. E questo spino nero che ti ha cambiato diceva Maria. Non ti ha cambiata male; ma, se ti annoia di tenerlo, io potrò ben levartelo. No, no guai a te! È la mia bellezza.

Giunto a trapelare la faccenda di quella tenuta di libri, lo scaltro Bonaventura aveva fatto dire al bottegaio non esser dicevole che egli tenesse a fargli i conti quel giovane, il quale aveva mano in certi garbugli politici, con quella gente che voleva rovesciare il governo, arruffare la cosa pubblica e dar di piglio nella roba altrui; però badasse egli alle cose sue e non si ostinasse a tenerlo presso di , che gliene sarebbe potuto derivare gran danno.

Nella carcere di Benevento mi trovai con un altro condannato di ventidue anni, che aveva mozzato il capo alla ragazza che non voleva più sposarlo. Si chiamava Muscischio. Respinta la rinnovazione del processo, venne isolato in una stanza, al cui uscio era stata messa una guardia che non doveva fare altro che tenerlo d'occhio dalla spia. Rimase dieci giorni tra la vita e la morte.

Chi siete, che vi mostrate tanto pietoso con noi? chiese Tognetti. Diteci almeno il vostro nome, che possiamo tenerlo a mente in queste poche ore che ci restano da vivere, disse Monti. Io sono Leoni. Il nostro avvocato! esclamarono ad una voce Monti e Tognetti. Anche nel fondo della loro prigione era giunta la voce del calore e della passione con cui li aveva difesi il giovane avvocato.

35 Mentre stava così Zerbino in forse di liberare, o di menar captivo, o pur il disleal dagli occhi torse per morte, o pur tenerlo in pena vivo; quivi rignando il palafreno corse, che Mandricardo avea di briglia privo; e vi portò la vecchia che vicino a morte dianzi avea tratto Zerbino.

Il Sangonetto, come i lettori possono figurarsi, guatava con occhio smarrito ora il Picchiasodo ora Giovanni di Trezzo, e ansimava, sudava freddo e tremava; sopratutto tremava e gli battevano i denti, e gli si piegavano le ginocchia. I soldati, più assai che tenerlo stretto nelle ugne, dovevano reggerlo sotto le ascelle, che non avesse a cascare da senno, come un batuffolo di stracci.

Parola Del Giorno

s'alceste

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