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Aggiornato: 21 giugno 2025


Ché, lasciando le mie fiorite sponde, l'erboso letto e l'onde piú chiare di stillato argento, vengo ad un solenne spettacolo e ad allegrarmi con esso voi, o miei illustri e magnanimi figli; posciaché per cosí fatta ragione posso far gloriosa concorrenza col Po, col Mincio e col famoso Tebro.

Egli dicea, come del Tebro in riva Il vicario di Dio ferma sua sede, E che per ciascuna alma indi deriva Certo tenor di non fallibil fede; Come da sue vestigia altri partiva, Poneva in via di precipizio il piede; E come a tanta maest

Sorgete, o voi dal feüdal soggiorno, Tremende Ombre, sorgete, Fiere stirpi d'Arminio, al novo giorno; E voi che sul divin Tebro scorrete, Secure Ombre, e la nova Stirpe latina a magne opre accendete, Venite: a la funesta ira non giova Dar l'alma, or ch'ogni gente Guida un solo pensiero a varia prova. Voi condurrò nel mio volo possente Dove com'aureo sole Poggia di Brama la magion lucente;

T. Com'a te aggrada: io ad ascoltare intendo. D. Fra i primi che cantaro in riva al Tebro de la bella Tirrenia fu un pastore d'antico sangue e di gente Latina, e nel cui nome suona la sua gente e del cui canto ancor, e del cui suono, suonan le trionfali e altere sponde. Arse colui per lei lunga stagione: e ancor dolcemente ne sospira.

Un'Ode del Crocco scritta per la Nascita del Re di Roma e citata dal Cantù, cantava: Si scosse il Tebro, lo squallor depose Roma, rinata allo splendor dal soglio, Ed alla maest

OTTAV. E tu, quand'io t'impresi ad amar, tale, ah! tu non eri: al bene nato eri forse: indole tal ne' primi anni tuoi, no, mai non mostrasti. Or, ecco chi cangia in te l'animo, e il cor; costei ti affascinò la mente; ella primiera, ella ti apprese a saporare il sangue: l'eccidio ell'è di Roma. Io tacio i danni miei, che i minori fieno: ma sanguigno corre il Tebro per te; fratello, e madre...

Parola Del Giorno

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