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Aggiornato: 12 giugno 2025


Il generale era venuto con la sua signora a visitare la contessa Albertina; gran miracolo che non si ripeteva più da sei mesi. E in quella visita, il conte Matignon de la Bourdigue aveva rinnovato a Maurizio il suo avvertimento: «Siamo in casa tutti i giorni, mattina e sera, sera e mattina». Poveri colombi, sugli orli d'una tazza di latte!

Due minuti dopo, un lacchè, seguito da due gentiluomini con una chiave d'oro sul dorso, portò sur un vassoio d'oro una tazza di porcellana ripiena di cioccolatte. Il personaggio la prese, e di un gesto ordinò a quella gente di uscire. Il gesuita restava sempre impiedi, vicino alla porta.

Mi vidi portare davanti una tazza da brodo, soverchiata da un liquido giallastro purulento. Dentro vi nuotavano delle anse intestinali lardacee. Ne concepii un terrore macabro.

Ma la bambina non pareva più ammalata, e rideva vedendo sgocciolare il sangue nella tazza. Certo passò del tempo. Le gocce cadendo nella tazza ormai piena davano un altro suono, mentre la mammella vuota si allungava sempre più dolorosamente sulla rosa greve di sangue.

In quel punto, don Liddu gli recava, su un piccolo vassoio, la tazza col caffè. Come mai? disse il signor Kyllea indicando con la mano in direzione della collina. Andate a vedere. Don Liddu si avviò premurosamente, molto meravigliato anche lui.

Dico che due milioni formino un bel patrimonio, egli spiegò, prendendo una tazza dalle mani della fanciulla. Un magnifico patrimonio, al quale pochi uomini rinunzierebbero per l'amore. Loredana guardò Berto inquieta. Che cosa significa? domandò. Non ci sono sottintesi, dichiarò Berto sorridendo. Volevo dire quello che ho detto; pochi uomini rinunzierebbero a due milioni per l'amore di una donna.

Senti, ho pranzato benissimo alla stazione di Milano, e non ho bisogno di nulla. Una tazza di brodo? No, grazie... Prendete il the voi altri la sera? . Ebbene, lo prenderò con voi quando sar

Ho bagnato mezza pagnottella nel caffè col latte. Io ho delle budelline di agnello e delle verze per fare un po' di riso: ne prenderete una tazza con me. Ma lei, che da tre giorni non vuole prendere nulla! Bisogna aspettare. Credete che si rimetter

Dopo poco ero a letto; a letto, con una tazza di tisana a me vicina sul comodino, apprestatami dalla mia gentilissima ospite.

Ah, bisogna ch'io riveda quella mia fantolina! esclamò Clarice, quantunque avesse la bocca piena. Andrò a trovarla, andrò ad abbracciarla. Non l'ho mai dimenticata un'ora, in tutto questo tempo. Così bella, così buona, quella creatura di Dio.... Grazie! Filippo le versava una seconda tazza , qualche goccia di latte, e le porgeva il canestro argenteo coi biscottini. Grazie.

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