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Aggiornato: 26 luglio 2025
Teneva ancora lo sguardo fisso su Anne-Marie. Chi è? mormorò scotendo la grigia testa tremula. Chi abbiamo qui? Che sia Paganini!... Se fosse Mozart? Spero che sia Mozart. Si volse all'assistente che dalla fine della Romanza era rimasto immobile al pianoforte, coi gomiti sulla tastiera e la faccia tra le mani: Bertolini! Che ne dici tu? Chi è davanti a noi in questo involucro?
Con un pugno rovesciò a terra il pianista e si mise a tempestare la tastiera con le mani e coi piedi. Sradicò con un calcio il pedale e si sforzava di scandire un valzer terrificante colpendo, di tanto in tanto i bemolli col suo mento d'argento.
S'alzò, traversò il salottino e andò a sedere innanzi al pianoforte, sullo sgabello di reps rosso; le mani corsero agilmente sulla tastiera, mentre la testa accompagnava il ritmo con voluttuoso abbandono. «Mon rêve», annunziò d'un tratto. Il mio sogno! Era una romanza, per soprano.
Donde era piovuto?... Vittorina si sentiva, a mano a mano che le sue compere s'accatastavano sul banco, diventare infedele al bravo Baganella: se non fossero state quelle mani lunghe senz'anelli che scivolavano sulla seta come sopra la tastiera d'un piano, e quel nodo di cravatta e quella bellissima redingote, infine se non fossero state le caratteristiche esteriori del giovane, che in un commesso la infastidivano, avrebbe finito col preferire al povero Baganella quel Filippeschi dai polsini candidissimi.
Ponevo allora la mano sulla canzone antica. I ricordi della sera felice in cui l'avevo cantata per Lui mi diedero una stretta al cuore così violenta che sentii il bisogno di padroneggiarmi. Feci scorrere le dita sulla tastiera e ne trassi il motivo più allegro e più comune, insistendovi, colla tenacia aperta di chi vuole ubbriacarsi a qualunque costo.
Allora, dato un rapido mutamento agli indici, il patetico suonatore s'incurvò sulla tastiera, alzò i ginocchi, alzò le braccia e trombe e tromboni rimbombarono come uno scoppio di tuono. Il sindaco che gi
Flora alzò uno sguardo alla nonna Celina e si scagliò sulla tastiera per darsi della forza e un contegno di artista ispirata. Sentì il suo passo che attraversava il cortiletto, lo sentì entrare, lo sentì fermo dietro le spalle: e piombò sul triplice finale: boum, boum, boum. Boum, boum, boum... questo tuo Listz merita di essere impiccato, ma tu non suoni male.
Metilde pensierosa teneva gli occhi abbassati sul ventaglio chiuso nella destra, e batteva le stecche colle dita della sinistra, come sulla tastiera del pianoforte.
Si fece silenzio nella comitiva, quando la fanciulla dei Guerri alzò la ribalta e posò le dita sulla tastiera, traendone i primi accordi, un po' timidi, ma precisi.
Sì, sì; Nancy sentiva benissimo il Cuore e il Cavallo del Cavaliere. Ed ora... il tappeto di ricci neri sulla testa di Bemolle descriveva una curva subitanea e piombava quasi a toccare la tastiera, ecco l'Apparizione, l'Ombra velata, che lo ferma e gli parla!... Sentite l'Ombra come mormora e borbotta? Io la farei borbottare in re minore, disse Anne-Marie.
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