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Ed Antonio s'affrettò a trar di tasca la lettera di Selva e porgerla a Pannini; ma in quella Borgetti guardò l'orologio e fece un atto che indicava la sua premura e la sua impazienza. Abbia la gentilezza di aspettare ancora un momento, disse Gustavo ad Antonio. Questo signore ha da parlarmi di cose premurose che non ammettono indugio.

Ho appetito, e tu? diss'egli sedendosi alla mensa apparecchiata. Ma si, discretamente. Appollonia è riuscita a trovare queste benedette quaglie? Oggi no, vi saranno per domani. Marta aveva le lettere in tasca; le levò e andò a riporle nel tavolino da lavoro; poi sedette accanto al marito, calma in apparenza, ma coll'occhio fisso, la mente inquieta.

Ci son dei guai? Pur troppo sospirò Eugenio. La signora Marianna gli diede sulla voce Oh, lui esagera sempre. Certo ch'è una cosa sgradevole. Ma spiegatevi, in nome del cielo insistè Girolamo. Eugenio tirò fuori una lettera dalla tasca del soprabito, e la consegnò a suo fratello. Leggi: è del professore Varedo.

E raccogliendo il denaro, se lo pose in tasca. La sera mentre trovossi nella solita bottega del tabaccaio, gli disse il padrone di quella: Di grazia, signor Basilio, ma è vero che V. S. ha quest'oggi buscato il titolo di ladro e più uno schiaffo da un milord inglese? Verissimo, Sua Eccellenza si è degnata di applicare una delle sue mani alla mia guancia.

Al gran rumor mar ripa tacque, ed Ecco risonar per tutto s'ode. Scuopre, Ruggier, lo scudo, che bisogna; se non, sei morto, o preso con vergogna. 50 Così disse il nocchier di Logistilla: ed oltre il detto, egli medesmo prese la tasca e da lo scudo dipartilla, e fe' il lume di quel chiaro e palese.

Il dottore trasse di tasca una pezzuola di batista, impregnata di una essenza acutissima che gli serviva a combattere i cattivi odori delle camere dei contadini e l'odore d'acido fenico a cui la professione lo condannava: e si asciugò la fronte madida di sudore.

Contenendosi a stento, trasse di tasca il taccuino; ne cavò un biglietto di visita; gli fece, secondo l'usanza, un orecchio nell'angolo, e lo diede, insieme col rotolo di musica al servitore, perchè fosse consegnato alla marchesa Ginevra. È il fato che lo vuole! esclamò, discendendo per la seconda volta le scale, e questa volta da senno.

Il prete mise la mano nella tasca della veste per trarne due lire di argento, che sapeva di avere, e gliele porse. Come ha trovato Tina? Morir

Dobbiamo essere noi?.... Noi due soli, i padroni del campo? Il Brunetti rimaneva muto; ma si vedeva la sua mano muoversi nervosamente nella tasca dei pantaloni. Dunque? Dunque, che cosa? o no? Intanto.... io non so nemmeno di che si tratta! rispose il Brunetti con un'alzata di spalle.

Per esempio, potrei fare un verbale, dichiarando di non aver trovato nel tuo studio tanta roba da pagarmi l'accesso giudiziario e la carta bollata... Proseguì a bassa voce: Fammi il piacere di nascondere quella pipa di schiuma e quell'orologio d'oro... Giusto nascose i due oggetti in tasca, per contentarlo, ma in buona coscienza credette in obbligo di dire sottovoce: L'orologio non è d'oro.