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La cieca, credè, a quel nome, di ricevere un messaggio del cielo; Bianca corse da non veder le scale, a suo padre, dicendogli del frate; e Margherita non aveva quasi avuto tempo di raggiungerla, che il signor Fedele, come se una mano poderosa l'avesse afferrato per le gambe; vergognoso di , in meno che non aveva fatto ad entrare in quella sorta di tana, ne era gi

Ma allora egli stesso era de' più accaniti, forse il più accanito contro Nello: era stato così contento di entrare per il primo nella sua tana, di strapparlo dal letto, di scuoprire gli oggetti nascosti sotto il piccolo materasso! Su, alzati! disse Lucertolo, scuotendolo. Intorno al letto erano altri birri, i guardiani del Bagno, che tenevano i lumi, il direttore, un magistrato.

Madre, mia buona madre! gridava Apriletta con voce strozzata; una mano di ferro mi stringe il fianco... Io mi sento morire... Noi siamo perdute! rispondeva Febbrajuola fra i singulti della morte; questo vortice è la tana del fiero leone, e io pure mi sento trafitta dal suo mortifero dardo. Addio, mia buona Apriletta!

Strane contraddizioni della sorte! esclamò la contessa con aria di mistero; qualche volta si diventa scheletri sul trono, e si esubera di pinguedine dentro una tana da zingaro! Se io vi dicessi, proseguì la contessa dopo breve pausa e abbassando di tre toni la voce; se io vi dicessi che Boom-bom-bom, l'uom più grasso del mondo, È figliuolo dal Re Finimondo?...

Vita bestial mi piacque e non umana, si` come a mul ch'i' fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana>>. E io al duca: <<Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giu` 'l pinse; ch'io 'l vidi uomo di sangue e di crucci>>. E 'l peccator, che 'ntese, non s'infinse, ma drizzo` verso me l'animo e 'l volto, e di trista vergogna si dipinse;

Per provvedere agli interessi del commercio persiano, che in gran parte abbracciava il ricchissimo dell'Asia, tennero ordinariamente i Veneziani consolati alla Tana, a Trebisonda, in Acri, Tripoli, Beiruth, Damasco ed Aleppo.

75 Dove è tagliato, in man lo raccomanda a Pinabello, e poscia a quel s'apprende: prima giù i piedi ne la tana manda, e su le braccia tutta si suspende. Sorride Pinabello, e le domanda come ella salti; e le man apre e stende, dicendole: Qui fosser teco insieme tutti li tuoi, ch'io ne spegnessi il seme!

Ma, per tornare al nostro proposito, ebbero di un subito i zecchini veneziani o sia ducati d'oro, a causa della sua finezza di 24 caratti, cosí gran credito per tutte le province e luoghi, che non solo si sparsero per tutto dove trafficavano i veneziani, ch'era l'Italia, la Grecia e tutto l'imperio d'Oriente, fino alle foci del Tanai, allora detto la Tana, e per tutta la Natolia, Soria ed Egitto; ma ne passò l'uso e la stima sin dove non arrivavano meno a quel tempo i cristiani, anzi in que' stessi paesi, che da' nostri geografi erano affatto ignorati, come sono le Indie orientali, che centinaia d'anni dopo tardarono a scoprirsi.

Talora io raccoglieva una campanula azzurra, o divellendo dalle pareti d'un sentiero scavato fra le roccie una manata di musco, scopriva l'ingresso d'un formicajo, o la tana riposta d'un agile ramarro. Tutto attorno a me era lieto e silenzioso; la natura chiudeva gli occhi placidamente ad un sonno non funestato da rimorsi. Così rapito in muta contemplazione io dimenticava me stesso.

Per andare, per esempio, da Ariano, il mio paese, ad Avellino, mi facevano fare quattro tappe, in quattro paeselli, dove era la caserma dei carabinieri, con la camera di sicurezza. La stanza di sicurezza era un luogo di tortura, buia come una cantina e larga come una tana. Rimanevo perduto nella foscaggine per dieci minuti senza raccapezzarmi il luogo. C'era, di solito, una finestrucola all'estremit