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Aggiornato: 12 giugno 2025


Taceva ancora tutto d'intorno, e il Lautrec colle braccia intrecciate al petto se ne stava immobile in mezzo alla stanza, le spalle rivolte alla duchessa, quando un secondo suo grido, ma assai più debole del primo, l'avvisò ch'era tornata in vita, e si volse.

Egli taceva. Il suo silenzio m'irritava: pareva che confermasse questo criterio dispregevole che mi ero fatto dell'amor suo. Non sai amarmi meglio? gli chiedevo, non sai? Proverò, diceva lui umilmente.

Sveltissima tra queste era una signora sui ventiquattro anni, bella d'una bellezza sensuale, i cui occhi velati potevan dire le parole che la bocca taceva. Si chiamava Claudia Viviani; e avendo più volte incontralo Bruno presso Nicla, n'era rimasta assai piacevolmente impressionata.

Gli è vero che il signor conte non è ambasciatore di un re, per avere il diritto di essere insolente soggiunse Morella a voce alta. Il signor di Balbek si contorceva e taceva. Morella riprese il braccio del principe di Lavandall, per fare un giro nella sala di danza. Il duca si alzò anch'egli e la seguì lentamente, di lontano.

Buona sera, duca Sanseverino. Nel meriggio di settembre tutto taceva. Nella campagna attorno era un grande silenzio. Ogni tanto, di lontano, s'udiva il rumore di una carrozza che passava sulla strada maestra.

Don Giovanni, alla novella improvvisa, rimase stupefatto; e stette un momento, con li occhi spalancati, con la bocca aperta, a guardare in su, quasi aspettando altre parole esplicative. Poichè Rosa taceva, in cima alle scale, torcendo fra le mani un lembo del grembiule e un poco dondolandosi, egli chiese:

Bianca taceva; ed egli con quell'aria che sanno pigliare anche i più volgari favolatori, cominciò a narrare.

Appena suonato il pranzo mi vi recai, quantunque non fossi in grado di prender cibo. Ella non venne che tardi, verso la fine. Scambiò qualche parola con Mrs. B., la signora dal profumo di rose, e a un tratto mi guardò arrossendo come se avessi potuto intendere qualche loro parola; ma io approfittavo dell'insolito dialogo per poterla contemplare liberamente, ed ero tanto assorto nel suo viso, nella sua mano elegante, nella musica della sua voce, che non prestavo attenzione al senso delle sue parole. Mi guardò qualche volta ancora, ma forse meno del giorno prima. Appena finito il pranzo scomparve e ridiscese mezz'ora dopo. L'amica sua le propose un breve passeggio. Ci aveva forse veduti conversare insieme prima di pranzo; nel passarmi accanto mi disse amabilmente: viene? Mrs. Yves non ebbe un cenno, una parola; pure accettai subito e si prese insieme il pittoresco sentiero che conduce a Lanzo fra i castagneti. Mrs. B. parlava molto, ma solamente in inglese; a me il parlar l'inglese riesciva difficile e difficilissimo l'intenderlo. La signora sorrideva, mi correggeva amabilmente. La Yves taceva quasi sempre, io sapevo rivolgerle la parola; e vi era nel nostro silenzio un'occulta complicit

Egli leggeva nel mio viso tutta la ripulsione del mio spirito e dei miei nervi e taceva. Soffriva, forse, in silenzio. Talvolta, si allontanava, per qualche giorno. Ma io, immancabilmente, lo vedeva riapparire, riavvicinarsi a me, cercar di stringere la mia mano, trattenendola sempre un minuto secondo fra le sue, cercando di toccare qualche oggetto ch'io aveva toccato.

Il Papa non parlava della Francia, ma questo meditato silenzio era forse più efficace d'un appello diretto all'intervento delle potenze. Tutti gli occhi eran fissi su Napoleone: anch'egli taceva, e sembrava ridivenuto la Sfinge misteriosa dell'epoca. Tutti si chiedevano che cosa avrebbe fatto di fronte ad una così palese infrazione del trattato di settembre.

Parola Del Giorno

dell’esule

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