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Aggiornato: 9 maggio 2025


Il progresso infrange l'edifizio granitico inalzato dall'oscurantismo e sorretto dalla violenza: il progresso debella ogni ostacolo, apparisca pur formidabile. Quando si fora il Moncenisio e si taglia l'istmo di Suez, potr

Origine della spedizione. Partenza. A bordo. Alessandria e Cairo. Ziber pacha. A Suez. Nel Mar Rosso. Suakin. Sul postale egiziano. Arrivo a Massaua. Fu nel settembre del 1878 che per la prima volta vidi farsi concreta la speranza di un viaggio in quell'interessante e misterioso paese che per doppia ragione fu detto Continente Nero.

Il disegno napoleonico di sottrarre all'Inghilterra, mercé il taglio dell'istmo di Suez, il comando delle comunicazioni con l'India, divenne il tema preferito della stampa francese, specialmente da quando l'Inghilterra, facendosi delle rocce di Aden una Gibilterra orientale, si era apprestata una nuova stazione di tappa sulla propria linea oceanica.

Arrivammo al cantiere dei lavori, dove ci si presentò uno strano spettacolo, che in piccolo ricordava i lavori del canale di Suez. Un canale largo e profondo è stato scavato dalla sponda del lago: in questo scorrer

La notte del 18 siamo a Suez, dove qualche buon amico venne da Alessandria per abbracciarmi ed accompagnarmi fino a Porto-Said. Entriamo nel canale, interessantissimo a percorrersi: rivediamo le azzurre acque del Mediterraneo. Il 27 abbiamo uno dei più splendidi spettacoli che al mondo si possano vedere, l'entrata al sorgere del sole, nel golfo di Napoli.

Il primo agosto arriva il vapore egiziano che continua la sua corsa fino ad Hodeida per fermarvisi due o tre giorni, poi riprendere la via del ritorno, impiegando almeno dodici giorni per arrivare a Suez.

Non faccio nomi, che troppo sarebbe lungo, ma ad ognuno mando di cuore la sua parte e nessuno dubiti della mia memoria e della mia riconoscenza. La posizione di Suez è bellissima, specialmente per chi la vede da bordo. Un ammasso di case bianche e uno di neri bastimenti che stanno schierati come due eserciti nemici prima dell'attacco, laddove null'altro che deserto e mare si contrastano lo spazio.

La casa che occupavamo noi è abitata dal console di Grecia in Suez che aspetta di poter partire pel campo del re. È persona gentile e cordiale quanto mai, che appena saputo del nostro arrivo ci manda in regalo vino, cognac e qualche scatola di conserve. È inutile e impossibile dire con quanta festa le accogliemmo e con quanto gusto le divorammo.

Breve strada disgiunge l’Istmo di Suez dalla terra che Dio aveva promessa agli Ebrei; ma siccome questi avrebbero incontrato prontamente i Filistini, e siccome il dovere subito combatterli avrebbe in essi risuscitato il desiderio di tornare in Egitto, perchè una secolare schiavitù ne aveva avvilito il cuore e domato il coraggio, Mosè fece loro prendere la via del deserto.

Il 2 dicembre mi trovavo per la sera a Suez in attesa degli altri componenti la spedizione, che vi dovevano arrivare direttamente dall'Italia a bordo del Sumatra, vapore di Rubattino. Con qualche ritardo, il giorno quattro, questo elegante bastimento sortiva infatti dal Canale e a mezzogiorno andava a dar fondo in rada, accanto al Messina, suo compagno destinato alla navigazione speciale nel Mar Rosso. Si ha diritto davvero di sentirsi fieri nel vedere bastimenti di così forte portata e inalberando la nostra bandiera, solcare ormai le onde di tutti i mari, e toccare con mano come possano competere con quelli delle più forti nazioni e vedere come forastieri d'ogni altro paese prescelgano i vapori italiani e ne facciano sempre molti elogi. Così l'Italia si far

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