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Aggiornato: 4 maggio 2025
Da Chiaretta non era possibile averne alcun piacere senza venir a' ferri, dove pensandovi sudava sudor di morte; l'accoppiarò con costui di modo che l'uno non s'accorgerá dell'altro, e l'altro sará contento e ingannato. Veggio Chiaretta che toglie i ragnateli dalla porta dalla casa. CHIARETTA fantesca, LECCARDO.
Lasciamo i capei lunghi a fila d'oro, la grana e il latte sulle guance misti. Avea negli occhi e ne' gesti un decoro da vincer tutti i fanciulli alchimisti. Vide Marfisa e fece il stupefatto, facendo un paio d'inchin moderni affatto. Fu quasi vinta a quel colpo Marfisa, e si trasse la maschera dal volto, asciugando il sudor di ch'ella è intrisa, con una leggiadria che piacque molto.
FORCA. Io sono cosí internato ne' pensieri, che sono fuora di me: il desidero piú di voi per vendicarmi di quel manigoldo. Penso e ripenso, e tuttavia non mi riesce nel cervello. Ma quel non aver danari mi fa venir il sudor della morte. PIRINO. Se avessimo danari, non sarebbono necessari gli inganni. FORCA. Io non dico cinquecento scudi, ma alcuni dinari maneschi per spendere e intricare.
DON FLAMINIO. O Dio, che sorte di crucifiggere è questo! Lassa le baie: di' quel ch'importa. LECCARDO. Non è cosa che piú importi ad un banchetto che non vi manchi cosa alcuna, anzi sia abbondantissimo di robbe ben apparecchiate e condite e poste a tempo e con ordine a tavola. DON FLAMINIO. Tu ti trattieni in questo ed io sudo sudor di morte.
Era istupidito, inchiodato al suo posto, facendo dondolare macchinalmente la lampada che teneva in mano. Un sudor freddo gli colava dalla fronte e dalle gote, le sue membra tremavano tutte. A un tratto si tastò in una saccoccia del soprabito, e un lampo fuggitivo di gioia brillò sul suo viso livido.
Sbieca le luci oscuramente, e suda Freddo sudor, come di neve uscito: E nel giù traboccar l'anima cruda, Sdegnosa del partir, tragge un muggito. Lasso! non ha chi ne la tomba il chiuda; Ma sanguinoso rimarr
La vista di Nora lo aveva come annichilito, fulminato. Col fazzoletto bianco si asciugò le lacrime, il sudor della fronte, la vergogna, l'onta. Disgraziata! balbettò, e non potè dir altro. Anche il Casalbara era rimasto colpito stranamente. Non sapeva più cosa dire, cosa pensare; era rimasto confuso, colla testa bassa.
Il capitano Fiesco fremette, e si sentì correre un sudor freddo alle tempia. Ma non voleva aver paura; lo aveva giurato a sè stesso. Perciò fece buon viso ad un discorso ambiguo, che poteva esser minaccia e non essere.
No, non è vero ella diceva agitando le braccia non è possibile. No... no. Alla fine aperse gli occhi, si rizzò con mezza la persona puntellandosi sui gomiti, e si guardò attorno, bianca in viso più del suo lenzuolo, con un sudor freddo che le gocciolava giù per la fronte.
Ma non tanto sudor, non tanto affanno Convien, che Rodi in soggiogar mi prenda, Che per recarle addosso ultimo danno Con cotanto di sforzo oggi io contenda; A terra sparse le sue torri andranno, V'andranno, e Pier s'ei sa, se le difenda; Or tu d'anime inferne arma uno stuolo E contra lei te ne ritorna a volo.
Parola Del Giorno
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