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Aggiornato: 3 giugno 2025
Enrica trovò modo di volgere un altro sguardo al conte di Squirace. Egli, gi
In quella sera si sentiva più del solito felice, sgombra da ogni pensiero. Chi avrebbe detto in tal momento che la donna, sì gaia, sì contenta, in sembiante così tranquilla, era la stessa ch'avea cagionato la morte del conte di Squirace, avea spinto con un'atroce calunnia, sì ben combinata, un innocente in prigione, e per tutta la vita, s'egli non fosse riuscito a salvarsi?
La morte del conte di Squirace avea indignato e fatto inorridire l'aristocrazia napoletana. L'odio contro il presunto assassino era, nella popolazione, fomentato dall'alto. Però, nella stessa aristocrazia, alcuni, più spregiudicati, o più intelligenti, faceano osservare il delitto essere stato commesso in circostanze ben strane.
Anche Roberto, d'ordine superiore, forse per riguardo alla famiglia degli Squirace, forse per zelo di qualche assiduo cortigiano e commensale del duca, era stato inviato in Calabria: e in una delle più dure prigioni: nella prigione di *. Enrica, dunque, domandava di tanto in tanto notizie della bambina.
Dopo la cena, che durò sino a ora inoltrata della notte, si coricò molto allegro: il suo ultimo pensiero, prima di addormentarsi, fu per la bizzarra donzella. Il conte di Squirace aveva appena trent'anni: era stato sempre ordinato nella sua vita, ma lo tacciavano di carattere doppio, di avarizia, di meschini appetiti.
Così i sospetti, anzi le ragioni di accusa si accumulavano su lui: così si chiudea da sè in una rete, dalla quale non avrebbe potuto uscire. Dov'è il conte di Squirace? domandò il duca, guardando con orrore il vicino precipizio, il mare gorgogliante nell'imo di esso e gettando poi gli occhi sul cappello, che teneva in mano. Anche a questa domanda Roberto non fiatò.
C'è chi lo vuol difendere, lo so: ma le belle parole sono inutili.... Bastava conoscere il conte di Squirace! Che volete che possano certi farfallini con uomini come Roberto, o come me! Gli stritoliamo fra le nostre braccia, a ogni nostro desiderio.... Roberto abusò della sua forza: chi sa.... non dico.... come l'altro l'avea fatto salire in furia. Diana era rimasta molto pensosa.
Si parla di chi provocò: di chi attaccò con maggior energia, disse il precipitoso avvocato, ma non si è tenuto conto abbastanza di un ragguaglio in questo processo.... Il giovane, che si trova dinanzi a voi come accusato, era stato gravemente percosso nella faccia dal signor di Squirace con uno scudiscio.... Lo scudiscio fu ritrovato presso il ponte: e tutti attestarono aver appartenuto al compianto signore.... L'accusato, che io credo innocente, aveva, nel momento in cui fu arrestato, una ferita nell'occhio destro.... Vedete che il conte provocava, attaccava con energia....
La falsa accusa, la calunnia contro Roberto? Per lei non era nè calunnia, nè falsa accusa. Che il conte di Squirace fosse caduto nel precipizio, per un movimento da lui fatto nella mischia, poco significava: Roberto l'avea sospinto a quel movimento; dunque Roberto era l'assassino del conte di Squirace. E poi egli non avea minacciato di morte anche lei?
Povero conte di Squirace! esclamava la signora Teodora, era un discreto giovinetto.... Ma l'altro: quello che fu condannato come assassino, che bell'uomo: un uomo come oggi se ne vedono pochi!... E che spalle!... Per me era innocente! Il marchese crollava la testa. Oh, allora lo dicevano molti, soggiunse la signora Teodora. Anche mio zio, che era un avvocato di molto grido....
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