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Aggiornato: 9 giugno 2025


Ragazzi miei, prima di tornare a casa ero passato da Luca Spinelli, mio ottimo amico, e lo avevo pregato di volere essere dei nostri. In questo giorno così lieto, per voi, i due babbi debbono essere uniti, non vi pare? Peccato, soggiunse mentalmente, reprimendo un sospiro, che non ci siano le mamme!

Spinello Spinelli aveva dovuto farsi una famiglia. Non ne sentiva il bisogno, eppure l'aveva fatta; non per , ma per gli altri, cioè a dire per suo padre, che non avea pace, e per gli amici, che non gli davano tregua. Ma la sua anima, si era come avvilita in quello sforzo di obbedienza,

Mastro Jacopo, quando lasciava di brontolare e si disponeva a chiacchierare, avrebbe potuto dar dieci punti dei sedici a Marco Tullio Cicerone. S'intende a Marco Tullio, quando parlava pro domo sua. Infatti, il vecchio pittore, trattando la causa di Spinello, parlava anche un pochettino per . Non era lui che aveva allogato il lavoro al discepolo? E quel discepolo non doveva sposare la sua bella figliuola? Immaginate dunque gli sforzi d'eloquenza che fece coi massari del Duomo. Spinello aveva fatto un'opera maravigliosa, e su questo non ci cascava dubbio, lo avevano riconosciuto tutti, massari e non massari. Quanto alle tinte e alla buona preparazione della calce, non c'era stato niente di diverso, pel Miracolo di san Donato, da ciò che aveva fatto lui, mastro Jacopo, per gli altri affreschi del Duomo. Il tradimento era certo, e veniva da qualcheduno dell'arte. Anzi, mastro Jacopo e Spinello Spinelli sapevano gi

Ma la bella Fiordalisa non udì più i disperati richiami di que' due amori che si concentravano in lei. Che avete? entrò a dire messer Luca. . Ella si è addormentata. Ah, diceste il vero, padre mio! gridò Spinello Spinelli. Un medico! Un medico! Chi trova un medico? Il sospetto di una disgrazia era penetrato nel cuore di tutti. E tutti si offersero di andare in cerca d'un medico.

Tuccio di Credi non rispondeva; era allibito; era rimasto di sasso. Ma non era rimasto di sasso il vecchio gentiluomo che lo aveva condotto lassù, e che non poteva intendere le ragioni di quella gran collera di Spinello Spinelli. E non si fosse trattato che di collera! Ma c'era di peggio; c'era il segno di una gravissima ingiuria, o d'una terribile vendetta.

"Ah, il male di Giulio Spinelli!" Il caso è grave, dunque. Gravissimo sentenziò l'albino. Ella sa che la paralisi non si arresta. Ma ora è al principio. Al principio; ma su la natura del male non c'è più dubbio. L'ultima volta che fu qui, io l'udii parlare. Gi

Le nozioni apprese dai libri di scienza, i ricordi d'una visita a un manicomio, le imagini anche più precise lasciatemi impresse dal caso speciale di un mio amico, del povero Spinelli, ora mi tornavano alla memoria rapidamente.

A questo nuovo desiderio rispose prontamente l'opera di Spinello Spinelli, ed anche a quello dei massari di San Francesco, che vollero un arcangelo San Michele, nella cappella intitolata al gran giustiziere del cielo.

Nel vostro capriccio, nulla. Della sua pasta può far gnocchi ciascuno. Ma il modo!... Vedete? È il modo, che ci offende. Spinello Spinelli viene da voi con un fascio di tocchi in penna. Bellissime cose, degne di Giotto; lo ammetteremo anche noi, se può farvi piacere. Ma come va che tre mesi dopo la sua venuta a bottega egli passa avanti a Tuccio e a Parri, che sono con voi da tre anni? Come va che egli è gi

Spinello, di Luca Spinelli, messere. Ah, conosco tuo padre di nome, ed anche di veduta. È un uomo per bene. E tu dunque, vuoi diventar pittore? Vediamo, che cos'hai fatto finora? Poca cosa, maestro. Degli schizzi, dei tocchi in penna.... Dal vero? Maisì, maestro, dal vero, ed anche ricordando le cose vedute.

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