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Aggiornato: 11 giugno 2025
Dal palco gettò un guanto in mezzo alla folla degli spettatori; ed uno di essi il portava poi a Costanza figliuola di Manfredi e regina d'Aragona, solo resto oramai di casa Sveva. Enzo, quell'altro innocente, moriva quattro anni dopo in suo carcere a Bologna.
Poi, sul più bello, l'apparato si mosse, e il fascio di raggi invece di cadere su Caino ed Abele, li lasciò perfettamente al bujo, e venne ad abbagliare gli spettatori, obbligandoli a ripararsi gli occhi con le mani, o coi fazzoletti, o coi ventagli o coi cappelli. Il successo di questo primo quadro fu mediocre. Il secondo ci trasportava in Egitto ai tempi della grandezza romana.
Scoppiata la guerra, si videro, come in tutte le altre guerre, gli spettatori tenere dagli uni o dagli altri; ma poche volte le contrarie ragioni dei belligeranti sono state sostenute con tanto calore e simpatia. Di questa discordia, e delle sue cause, non sar
La sala è disposta in tutto come quella del teatro di piazza Montanara, ma è più grande. Il contegno degli spettatori della platea che accompagnano una musica scordata pestando i piedi, fischiando, o battendo il tempo colle dita sulla spalliera dei banchi, rammenta più di una volta il pubblico del teatro di piazza Montanara.
Benchè stordito dal dolore, affannato dall'anelito, e quasi acciecato dal fumo e dalla luce, si gettò una terza volta nelle fiamme. Gli spettatori tentarono invano di trattenerlo, gridando: Cosa fate? È inutile... non c'è più nessuno da salvare. Povero giovine, non capisce più nulla... gi
Le prime panche erano stipate di gente: ma tra perchè tutti erano intenti allo spettacolo e non mostravano altro che la collottola, e perchè una fitta nube di polvere e di fumo ingombrava la sala, il nostro eroe non venne a capo di distinguere alcuno degli spettatori.
Tre ordini di gradini e tre ordini di logge accolsero gli spettatori: nei gradi a mezzodí le dame; di fronte a loro il cardinal legato Capponi e i magistrati; a destra e a sinistra i cavalieri. Nella scena dell’azione s’ergeva un tempio dorico circondato d’alberi; nell’alto, al principio, s’aprí una nube e apparve Giove in mezzo agli dei; e a lui Venere, con a lato il figliuolo cui accennava, chiese licenza di scendere in terra per soccorso e consiglio delle misere donne. Giove, manco a dirlo, assentí, e la nuvola si rinchiuse. Ed ecco uscire dal tempio un coro di sacerdoti, i quali si disponevano a sacrificare alla dea un leone un capro e un drago, quando a suono d’una musica sí dolce che
Ma ad un tratto uno di essi si arresta, vacilla, cade: gli spettatori si gettano sopra di lui... era il guascone. Che cosa era avvenuto?
In più occasioni noi abbiamo visto gli spettatori balzare in piedi, salire sulle seggiole sventolando i fazzoletti e i cappelli, e confondere il loro entusiasmo in un grido che voleva dire: «Ti abbiamo compreso e a suo tempo agiremo!»
È la sera del 18 gennaio 1800. Ferdinando con la reale consorte è al teatro S. Cecilia, pieno zeppo di spettatori. Il fiore della Nobilt
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