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Aggiornato: 6 giugno 2025


Meno male che il Piemontese riprendeva intanto a fare nuovi saggi d'impasto della creta, e di stagno, e di altri colori. Cardello questa volta spalancava bene gli occhi, mentre il padrone pesava i preparati, notando tutto in un quadernetto che si era cucito per tale scopo. Il Piemontese gli diceva scherzando: Vuoi rubarmi l'arte? Sono ignorante; non posso rubarle niente.

Nessuno di quei varii sentimenti tumultuanti in lui si poteva rivelare alla donna. Accasciata in ginocchio sulla predellina, dietro la piccola finestra tutta simmetricamente forata, ella cominciava a parlare con voce rotta dall'emozione, cercando stentatamente le parole, con frequenti reticenze piene di turbamento. Ella diceva i pericoli che la insidiavano, l'abisso della colpa che le si spalancava dinanzi, che le dava le vertigini, e che l'attirava.... Unita contro la propria volont

Giusto chinò il capo, e disse ancora una bugia, assicurando che non desiderava di meglio... Alle diciassette, rientrava nelle sue stanze abbandonate, e spalancava le due finestre, perchè con l'aria settembrina vi entrasse l'alito di nuova gioventù che porta seco la guarigione.

Attilio spalancava i suoi begli occhi turchini e guardava il babbo con quell'aria che equivale ad una interrogazione. Sicuro, riprese quest'ultimo. E steso il braccio sul tavolino dello studio prese il «Giornale dei bambini» dove appunto c'era disegnato un bel bue. Guarda da te, disse al bambino. Attilio si pose ad esaminare l'animale. Ha quattro gambe, disse subito. E poi?

A quella provocazione, Behemet, come una bestia ubbidiente, si ritirò precipitosamente nella sua gabbia, Rosen lo inseguì, ed essendosi munito d'un asta appuntata di ferro, lo stimolava con quella ad uscirne. Il leone, rannicchiatosi nel fondo del suo covacciolo, ruggiva e spalancava le fauci orribilmente senza avventarsi; Rosen era al colmo dell'impazienza e dell'ira.

Essi, nel cortile, tumultuavano: le povere serve, in cucina, manipolavano la pasta, instupidite: su, nello stanzone, il parroco aveva confessato e dato l'assoluzione a tutti i suoi parenti. La piccolina di donna Cariclea spalancava gli occhi, spaventata: ma non piangeva. A un tratto, il pesante martello del portone risuonò, tre volte, sonoramente. Un silenzio profondo. Ma nessuno aprì.

Pregustavo lungamente la dolcezza della sua visita; la pregustavo nell'aprirsi delle finestre davanti al nuovo sole, nell'andirivieni dell'Orsola che spalancava il salotto e metteva a posto quella sedia che Egli avrebbe rimossa ancora, nelle occupazioni che intraprendevo seguendo il suo spirito di perfezionamento, per cui il piacere di pensare a lui assumeva davanti alla mia coscienza semplice e priva di esperienza la profonda soddisfazione di un dovere compiuto.

Lo prese un gran bisogno, un gran desiderio d'amare, e, illuso, anch'egli aspettò con ansia chi lo venisse a trovare, perchè ogni volta che si spalancava la porta entrava nella sala qualcuno che s'indovinava dovesse essere o una madre, o una sorella, o un'amante, oppure un amico, e tutti si avvicinavano lesti e sorridenti all'uno o all'altro dei lettucci, disposti in lunga riga, e vi dispensavano e doni e baci e carezze.

Poichè l’infiammazione crescendo gli occupava tutto tutto il collo e la cervice e si diffondeva anche pe ’l tronco a poco a poco, e la gonfiezza diveniva ancora più mostruosa, egli si sentiva strozzare. Spalancava ogni tanto la bocca per bevere l’aria.

Un altro giovane seminarista triestino, un piccolo chiericuzzo dagli occhi strambi, dalla faccia lentigginosa e che i parenti volevano far prete per forza, si era legato di grande intrinsichezza col piccolo montanarino tutti italiani, per Dio! e gli aveva confidato che voleva scappare a Venezia e che voleva fare il bersagliere, altro che il prete! Pierino spalancava gli occhi maravigliando.

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