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Aggiornato: 4 maggio 2025
Il vecchio cavaliere sorrise beatamente, fece la ruota, ma non rispose verbo. Quando sono accusati di galanteria con molte, e di galanteria fortunata, s'intende, i Lesarini non rispondono mai. Confermare non possono; negare non vogliono; perciò lasciano correre, felici abbastanza che, in mancanza di storia, una leggenda si formi.
In quel momento, Gioconda, come usava, toccò la mano di Folco e gli sorrise: Folco le sorrise. Nel cervello di Ariberto passò il dubbio, senza ragione, senza gradazione, che la giovane non fosse sincera. Dove aveva egli letto un profilo di donna, che sembrava far tutto quanto voleva il suo innamorato e faceva invece tutto quanto voleva lei?
Tutti i giorni gli portava il caffè, gli sedeva accanto, lo consolava, gli leggeva i libri e i giornali, gli scriveva le lettere, badava alla sua biancheria, gli spazzolava gli abiti... Dunque un idillio? Mah! fece lui, sorridendo. Bella? Totò sorrise ancora, amaramente. E io m'accorsi della mia storditaggine. Che poteva sapere, il povero cieco, del fisico dell'angelo?
Montoni sorrise ironicamente a ciò che aveva scritto Emilia, ma non le fece veruna obbiezione. Ella si ritirò nel suo appartamento, e cominciò una lettera per Valancourt; vi riferiva le particolarit
Sorrise a questo punto anche il Fontanella, sorrise qualche altro; l'Arcangeli applaudì: Matteo Cantasirena era a posto.
Il cannone tuonava. Gasparo sorrise. E noi facciamo i conti sull'avvenire egli mormorò tristamente. Di lì a poco, abbracciati i genitori e la nipotina, egli s'avviava alla batteria. Fortunata, corse a chiudersi nella sua camera e ponendosi in ginocchio davanti a un'immagine della Madonna rinnovò la preghiera di poco prima: Vergine santa, salvate mio fratello e fatemi morire, fatemi morire!
Mastro Jacopo sorrise una seconda volta, fece a Spinello un cenno amorevole con la mano e se ne andò giù per la scala a piuoli.
E allora? io torno a dimandartelo, e allora? Allora, messer Domineddio, rimasto con quel negozio in mano, sorrise, e poichè di riavere il fatto suo non c'era neanche a pensare, fece in tal guisa i suoi conti: «Abbiamo gi
Lalla sorrise anche al babbo fra le lacrimucce, e, come si era prima gettata nelle braccia della mamma, così adesso corse a nascondersi in quelle del suo caro papparino, con gli stessi attucci pieni di verecondia e di gioia.
Data fatale! ella pensò e disse ad alta voce, senza rammarico. Poi rapidamente si slacciò il corpetto, passò la catena attorno al collo, e sorrise. Nessuno, all'infuori di Filippo, doveva veder quella catena, e nessuno, all'infuori di Loredana e Filippo, sapere e ricordar quella data. Gli abiti li vedremo poi; ora scendiamo a cenare, disse Filippo.
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