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Aggiornato: 13 giugno 2025
Io per me credo di non valere più nè meno di qualunque altro uomo; questo so certo, che non farei tradimento a persona, e meno a voi, bel Cavaliere; d'altronde poi io sono uomo grosso, nè m'intendo di tante sottigliezze; pensatela un po' come vi pare, chè per questo non dormirò meno gagliardi i miei sonni.
Finchè stavamo qui, io temeva per voi altri; pareva che un funesto presentimento mi avvertisse di qualche male che vi sovrastasse. Ma ora, grazie a Dio, potrò condurvi meco; andremo insieme dove si respira aria libera e si dormono i sonni tranquilli. Presto, presto, non tardiamo un momento. Teresa, aiutami a riempiere questa cassetta, e poi...
Tu dolcemente abbandoni il molle tuo dorso fra le mie braccia; Il tuo busto delicato s'illanguidisce fra le mie dita, che si trastullano inconscie con le tue piccole costole... Tu hai tremanti implorazioni nelle pupille piene di azzurri silenzî... Ahimè! si capisce: vuoi soltanto dormire e andartene alla deriva, lontano da me, sulla grande cantilena dei mari, verso i tuoi sonni lontani!...
Ella ha ragione; son vecchia, e le vecchie non le vuole nemmanco il diavolo. Per risparmio di legna, perchè no? le disse di rimando il Giuliani, in quella che la seguiva dall'anticamera nel salottino. Vanne, Gabrina, e dormi i tuoi sonni tranquilli.
Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e diserrando, sì soavi, che dal secreto suo quasi ogn’ uom tolsi; fede portai al glorïoso offizio, tanto ch’i’ ne perde’ li sonni e ’ polsi. La meretrice che mai da l’ospizio di Cesare non torse li occhi putti, morte comune e de le corti vizio,
E 'l tronco: <<Si` col dolce dir m'adeschi, ch'i' non posso tacere; e voi non gravi perch'io un poco a ragionar m'inveschi. Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e diserrando, si` soavi, che dal secreto suo quasi ogn'uom tolsi: fede portai al glorioso offizio, tanto ch'i' ne perde' li sonni e polsi.
Chi l'aveva rimessa in quel luogo? Lucertolo, che facilmente era potuto entrare nella soffitta, che il Tittoli aveva voluto abitar sempre, dopo la morte di sua madre. Lucertolo, sbigottito dalla apparizione, e che non voleva più rivedere gli spettri, i fantasmi; che non voleva più che venissero a turbargli i sonni.
«Altrove i prigionieri erano assordati da un frastuono continuo: si impedivano loro i sonni: poi dopo quattro o cinque notti agitate, erano assaliti dagli interrogatorî architettati a tale una tortura morale che non può calcolarsi se non da chi l'ha patita. Allora quando vedevano l'energia morale del prigioniero esaurita, gli affacciavano un'offerta di perdono o profanavano la santit
Sire! voi la nutriste cotesta idea; il sangue vi fermentò nelle vene quando essa vi si affacciò raggiante di vaste speranze e di gloria; voi divoraste i sonni di molte notti dietro a quell'unica idea; voi vi faceste cospiratore per essa. E badate a non arrossirne, Sire! Non v'è carriera più santa al mondo di quella del cospiratore che si costituisce vindice dell'umanit
S. M. il re delle foreste non venne a turbarci i nostri sonni placidi e solo verso l'alba un muoversi confuso fra le piante ci fece balzare e mettere in guardia, ma non era che un innocente cignale che se ne andava facendo la sua passeggiata mattutina.
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