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Aggiornato: 28 giugno 2025
Così dicendo, accostava il mazzolino alla faccia, per respirarne le fragranze. Indi, spiccati alcuni fiori dal colmo, li riponeva diligentemente nella sparato della veste, sotto le crespe di una gala di trina; gentil custodia del seno, che avrebbe inspirato un sonetto al Petrarca, e un'ottava all'Ariosto.
No rispose sento chiaramente che non è solo per il concetto; è anche per il linguaggio che l'aria così antica, spirituale. Dimmi se in Italia piace più questo genere o l'altro. Lasciamo stare il mio sonetto risposi. In Italia piacciono i versi migliori di questi.
E così dicendo lacerò il sonetto incriminato, lo gettò nel cesto, e congedò il poeta con uno sguardo severo accompagnato da queste poche parole:
Questo sonetto, che può considerarsi come un crimenlese di poesia, forse fu assoluto dallo amore, non da mia madre. Il giorno dopo, che il signor Gasparo glielo ebbe mandato in dono impresso sopra mantino rosso, egli venne, secondo la usanza, a visitarla, assente Francesco Cènci. La signora madre tostochè lo vide si levò in piedi; e, fattagli reverenza, con voce alquanto alterata prese a favellargli così: «Carissimo signor Gasparo; dopo la pubblicit
Lo stesso Boccaccio «terzo fra cotanto senno» volle onorare il nostro messer Cino in un Sonetto in morte del Petrarca, ponendolo in schiera con gli altri poeti d’amore, allorchè disse: Or con Sennuccio, con Cino e con Dante Vivi sicuro d’eterno riposo.
Grazie alla loro mancanza, l'Italia è stata sconfitta. Da chi? Vatt'a pesca chi t'ha dato, sarebbe il caso di ripetere con un sonetto del Belli. Per me, credo che da tutti potevamo lasciarci battere, fuorchè dagli austriaci.
Si trova in una continua agitazione»¹⁹¹. ¹⁹¹ Diario ined., a. 1799, pp. 172-73. Se questo era l’ambiente governativo, nobilesco, popolare contro i novatori e contro i Francesi, dei quali facevasi tutt’uno coi detestati Giacobini, facile è presumere quale dovesse esser la poesia politica che lo ritraeva. Uno dei primi componimenti nel genere era un sonetto di Giuseppe da Ponte.
¹⁹⁴ Canzonetta siciliana per uso del corpo franco de’ volontarj del sig. Duca di Sperlinga da cantarsi al suono di una marcia militare. In Palermo, Solli, MDCCXCVI. Alla testa del suo Corpo franco partiva lo Sperlinga a raggiungere l’esercito reale; ed un caldo augurio di D. Pellegrino Terzo salutavalo in un sonetto italiano.
O bimbo mio, guardandoti nel viso, di qualche cosa grande ed infinita ben sento che mi parla il tuo sorriso. O bimbo mio, guardando la tua culla, dove mi par continui la mia vita.... (Scrolla ancora il capo stranamente. Indi legge l'ultimo verso del sonetto, pensandolo molto, con amara incredulit
Su questo tema Salomon Fiorentino, valente poeta nostro correligionario, dettava un magnifico sonetto col quale, ricordando il fatto di Davide che piange amaramente il tristo figlio che tento di rapirgli e regno e vita, termina colla seguente terzina che ci piace di rapportare: «Oh del figlio inuman se un padre ha cura La legge parli minacciosa al figlio Che dolce al genitor parlò natura».
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