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Ma è viva, adunque? chiese Abd-el-Kerim che non si teneva più. Si dice che è viva, ma nessuno lo assicura. Ah! Che hai? Nulla, mormorò l'arabo prestamente. Ho la punta di una freccia in un braccio e mi fa soffrire. Soffrirai ancora per poco, disse Ahmed con un sorriso crudele. Perchè? Perchè domani, a meno che non sii protetto da All

Egli sentì le sue labbra sulla fronte, sentì l'affanno della muta angoscia e credette per un istante che la morte più volte invocata venisse davvero non senza qualche conforto. Tutti si strinsero davanti a quella scena improvvisa in un sacro raccoglimento, come se in quei due giovani cuori vedessero soffrire tutta la natura umana.

Capisco, fino a un certo punto, la tua riserbatezza. Ma da questo al volermi dare a intendere che ti è antipatica, che non la puoi soffrire... scusa.... Riserbatezza?... Con te, caro Bedini? Eh, via! E se ti rivelassi da quale fonte ho potuto attingere la notizia? Ti convincerei con due parole che è fonte inquinata. Ebbene... L'ho saputo dalla mamma! Tua? No, di lei.

Quando noi passiamo ci guardate e dite che siam pazzi tutti noi ma le pazzie nostre perdonate, perchè siam pazzi , ma un poco eroi. Chi siete?... Siam gli sciancati Chi siete?... Siam gli avariati, perchè abbiam fatto l'Italia, col sangue nostro e la gioventù. La mia amica mi prende il braccio e mi sussurra: Vieni, andiamo giù. Farai soffrire il povero tenente.

Dove, su chi poteva egli sfogare quell'impeto d'ira, tutto quell'odio che si sentiva nell'anima?... Egli non poteva lamentarsi, non poteva soffrire e nemmeno poteva vendicarsi!... Per Dio! che inferno!... che inferno!...

Ondeché non merita il mal nome che le restò nella storia nostra, mal fatta e rifatta per lo piú co' pregiudizi romani, imperiali. Se non era de' quali, chi sa? sarebber rimasti e durati questi goti tra noi, come lor fratelli in Ispagna e i franchi in Francia; e misti noi con essi, non avremmo mutate tante signorie, avuta a soffrire la divisione d'Italia; di che siamo per vedere i princípi.

Tu mi attiravi al tuo petto esclamando: «io ti ringrazio... io ti benedico... I tuoi baci mi daranno la forza di vivere... e di soffrireLa reminiscenza di una ebbrezza sovrumana, ravvivata dall'aspetto, dalla voce, dalle ardenti carezze di una donna incomparabilmente leggiadra, operarono il miracolo.

Si soffriva un istante con lui, sentendolo oppresso dalla irruenza del pensiero e della parola; ma quel soffrire volgeva tosto ad un senso di piacevole stupore, vedendogli prendere la rincorsa a quel modo.

Nessuno le domandò se avesse anche veduto il conte Gino Malatesti. La povera fanciulla non versò la piena del suo dolore che ai piedi del confessore, del buono e compassionevole Don Pietro. Figlia mia! esclamò egli. Ve lo avevo pur detto! Perchè andare laggiù? Ebbene, che c'è di male? replicò la fanciulla. L'ho veduto, e son qua, più forte a soffrire, che non mi sentissi da prima.

Egli era felice, lo vedevo: e ciò che lo faceva soffrire, era la mia freddezza, la mia diffidenza, la mia ripulsione. L'eterna questione sorgeva, fra noi: Il tuo amore non mi piace, Nino. Hai torto: esso è sincero. Ma non mi piace. E perchè? Perchè è troppo ardente. Ti lagni di essere troppo amata? Vorrei esser amata meglio. Come, meglio? Con l'anima, col cuore, Nino. Così ti amo. Non è vero.