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Aggiornato: 23 giugno 2025
Emilia ascoltò tutto col massimo interesse; si rammentava lo smarrimento notato sovente nella fisonomia di suor Agnese, non meno che il racconto di suor Francesca, e la di lei piet
Un sospiro non tardò ad uscire dalle labbra di lei, seguito da un singhiozzo straziante, rauco, soffocato. O'Donovan le versò in bocca alcune gocce di merissak; l'almea sbarrò spaventosamente gli occhi e si rizzò a sedere guardando all'intorno con smarrimento. Abd-el-Kerim! Abd-el-Kerim! balbettò ella con disperato accento. Dov'è Abd-el-Kerim? Oh! Dio! Coraggio Fathma, disse O'Donovan commosso.
(fa un gesto di smarrimento e di volutt
Abbiamo appena cominciato a parlarci, disse la signora Cesarina con accento severo. Ma Tina! Questa si rivolse alla mamma, che aveva quasi gridato, e vide nei suoi occhi lo stesso suo smarrimento. Sì, sì, rispose con una ultima stretta, rivolgendosi dall'uscio. Quando fu uscita, la signora Veronica si affrettò a dire: È lei che mi quieta sempre la piccina.
Quando suor Agnese ebbe ripresi i sensi, guardò ancora Emilia, ma senza smarrimento, e con una profonda espressione di dolore; passarono alcuni minuti prima che potesse parlare, poi disse debolmente: «La somiglianza è maravigliosa! è più che immaginazione riscaldata! Ditemi, ve ne scongiuro, se, malgrado il nome di Sant'Aubert, che voi portate, non siete figlia della marchesa.
Ella non rispose parola; era vinta. Reclinò la sua bruna testa sul petto di lui, nascondendogli così il suo rossore, e facendogli palese il suo smarrimento. Giacomo seguitava a parlare. Quel che dicesse, neppur egli sapeva. Nè la fanciulla, venuta in quella confusione, potea più meditare le parole di lui.
A questa domanda quasi brusca l'altra ebbe come uno smarrimento, ma la signora Veronica la sovvenne: Lo sapete bene, signora Cesarina. Sì, sì, mi ricordo tutte le vostre parole, ma io non posso quasi nulla, ciò dipender
Come il conte Anton Mario del Pozzo se ne fu andato, impaziente di arrivare in tempo a la corsa, dopo di averle a pena sfiorato la mano ch'ella timidamente gli porgeva ringraziandolo, Lucia se ne stette con un gran freddo in cuore e un molesto formicolio nelle orecchie. Se ne stette a guardar fuori la veduta superba, senza vedere; perduta in uno smarrimento angoscioso.
Vedo ancora il suo sorriso ambiguo presto dileguato, soggiaccio ancora adesso a quel pauroso smarrimento che mi prese allora, quasi io mi fossi, per un attimo, affacciato a un abisso. Che significa questo? esclamai, fissandolo, nella vertigine. Egli rise un'ultima volta. Gli sprazzi del cognac! E mi prese la mano, e me la strinse come in una morsa.
Egli era alto, segaligno, dagli occhi grigi, la cui espressione cupa di smarrimento dava, a prima vista, alla sua faccia lunga, olivastra, col naso leggermente schiacciato, con le labbra sottili e pallide, quell'aria sinistra che rende paurosa la fisonomia d'un pazzo. Vestiva con una certa eleganza; il che era naturale perdio! o che doveva lasciar credere che fosse un marchese da burla!
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