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Aggiornato: 8 settembre 2025


Voi non l'avete voluta mai. Sire, volete averla? Averla splendida davvero di entusiasmo, di fede e d'azione? Averla con forze tali da far che ogni Diplomazia s'arresti impaurita, ogni disegno d'avversi si sperda davanti a essa? Osate.

Gli è un curioso giovane il vostro parente cosacco, signor duca disse il re al signor di Saint-Cassan. Avrebbe spiaciuto a V. M.? dimandò costui. Non bazzica egli dunque il mondo? Pochissimo, sire. E ciò che è più singolare, non

Nessuno: tutti in ozio, puttane e farabutti. E vorrei governar, sire, con tanta perfezione, che l'et

Il dispaccio era così concepito: «Sire! «Finalmente ci venne dato scoprire e siamo in grado di comunicare alla maest

Così favellava Carlo, insolente per arte e per natura, Un Cavaliere del séguito di Giordano, il quale teneva lo scudo traverso del petto a bello studio, affinchè meglio si vedesse, e su lo scudo mostrava il fulmine, che, cadente dalle nuvole, abbatteva una torre, col motto da man celuta scende; il nostro Ghino insomma, il quale si era fatto aggiungere all'ambasciata, e per disprezzo, od anche per iattanza (imperciocchè questa sia il pelo vano della bravura, come il timore della prudenza), portava quella insegna, onde i Cavalieri francesi riconoscessero in lui il vincitore del torneamento di Roma, mal comportando il superbo parlare esclamava: «Sire Conte, da quel valente uomo che siete, accettate la tregua, che in verit

E l'uomo e il principio sono ambi incarnazioni del Dispotismo. Sire, troppi adulatori fanno a gara per isterilire i germi del bene che possono essere in Voi, perch'io non vi dica la verit

orando a l'alto Sire, in tanta guerra, che perdonasse a' suoi persecutori, con quello aspetto che pieta` diserra. Quando l'anima mia torno` di fori a le cose che son fuor di lei vere, io riconobbi i miei non falsi errori. Lo duca mio, che mi potea vedere far si` com'om che dal sonno si slega, disse: <<Che hai che non ti puoi tenere,

«, introducetela tosto, sire La-Croix; non aspetti l'amico alla porta dell'amico; ci troverete al palazzo dei Sindaci

Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand'ombre a noi venire: sembianz'avevan ne' trista ne' lieta. Lo buon maestro comincio` a dire: <<Mira colui con quella spada in mano, che vien dinanzi ai tre si` come sire: quelli e` Omero poeta sovrano; l'altro e` Orazio satiro che vene; Ovidio e` 'l terzo, e l'ultimo Lucano.

Dopo il segnale ristette, ansante di speranza e di timore, a spiare quello che fosse per nascere. Si aprono le porte, e le compagnie dei soldati nemici prendono a stendersi per la pianura verso il capo del ponte. «M'ingannano gli occhidomandò Carlo ai Baroni che gli stavano attorno «o sorte Manfredi? , sorte.... Sire Dio, gran mercè!

Parola Del Giorno

confermandomi

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