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Avanti, grida Tonio ai cocchiere; e mentre i cavalli si rimettono in via, il servo dandosi contento una fregatina di mani raggiunse Piero che seguiva la biondina a qualche tratto di cammino. È riuscita? chiese Piero. A meraviglia, rispose l'altro con brutale cinismo. Neppur un grido? Nulla. Ed ambedue entrarono nella vicina bettola a gozzovigliare il vil prezzo del loro vilissimo delitto.

<<O donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute in inferno lasciar le tue vestige, di tante cose quant'i' ho vedute, dal tuo podere e da la tua bontate riconosco la grazia e la virtute. Tu m'hai di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutt'i modi che di cio` fare avei la potestate.

Questo è vero di fatti. Il conte mi scrisse ch'ella stava abbastanza bene. Ma quando dunque vi giunse l'altra lettera? Qualche tempo dopo.... E chi la scriveva,...? Credo, il servo; del resto non so, quel carattere non lo conosceva.... Ma cosa pensi tu? Cosa so io!... pure non sono tranquillo. Io tremo per voi.... Quanto pagherei che fosse qui il conte, mio padrone....

E il candidato al collegio di Roccacannuccia ed al cuore della baronessa Stefania, si commosse, pensando che nel suo compleanno, al solo servo era venuta la gentile idea di un dono di fiori. Ma fa una lieve emozione, perchè anzitutto Guido era un uomo di spirito.

Il servo, non sapendo come spiegare quella pazza furia della signora, obbedì e discese.... Ed ella lo seguì.... involontaria lo seguì.... e il modo col quale, tenendo dietro al servo, imprimeva l'orma, era indescrivibile. Attraversarono così tutte le sale e gli atrj, e giunsero a met

Metto i tre quarti nel ripostiglio più recondito della cella, e mi servo dell'altro per accendere un po' di lisca ravvolta in un mucchietto di filacce per impedirgli di divampare. Con poco solfo sulla capocchia, sarei un cretino se mi dimenticassi dell'esperienza dei miei colleghi.

Un servo in anticamera ci precedette verso la sala; ma il Sideri accennò la porta del suo studio, che il servo aperse e richiuse dietro di noi.... Strano gabinetto da lavoro, in cui la nota dominante era il bianco!

Sono il tuo servo. Dio ti renda merito dell'onore che vuoi farmi oggi e Dio sia lodato per questa gioia che d

Come se noi non cognoscessimo questo ipocrito poltrone! che ci ha tutti turbati in modo che io narrare tu ascoltar potremo certa bella cosa di Calandro. LIDIO. Di', di'; ché con questa dolcezza leverem l'amaritudine che ci ha lassata Polinico. LIDIO, FESSENIO servo. LIDIO. Or parla.

Queste cose i nostri lettori le sanno, e non occorre ripeterle, seguendo il filo del racconto di Giorgio Assereto ai Templari. Egli narrò inoltre del servo Michele; e questo, che i lettori ignorano tuttavia, faremo di spiegar loro in brevi parole.