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Aggiornato: 29 giugno 2025
«Quattro anni or sono, salpavo dal Giarciore e raggiunta Genova attraversavo i piani del Monferrato e del Novarese e per le Alpi scendevo in Elvezia. A Zurigo, nel panteon delle glorie repubblicane, vidi eretto il sepolcro dei Socini, e perchè meravigliavo di veder serbate in terra straniera le ceneri dei negatori italiani, il vecchio grigione che mi era compagno sussurrò: «Ovunque, in ogni tempo, sempre, le ossa dei martiri sono sacre.» Allora non avevo rifiutata la credenza dalla povera madre insegnatami, epperò rimasi spaurito dalle parole della guida e tremai. Oggi non tremo più, ho pensato, ho riflettuto e mi son convinto; non ho più nè fede nè dubbio, ragiono: eccomi adunque a deporre sul mausoleo di Socino l'omaggio della verit
In quei tempi correva in Roma l'andazzo, che l'associazione dei morti al sepolcro si facesse in tre tempi diversi, secondo la qualit
Alle schiere dei militi del castello che in severo e doloroso contegno le fecero scorta d’onore, s’aggiunse uno stuolo di quelle buone fanciulle e di altre del vicinato che con ceri accesi le stettero intorno al feretro, e l’accompagnarono con le lacrime fino al prossimo cimitero nel quale ebbe il sepolcro.
Col piccino che portava nel seno era nata anche lei; il primo palpito di quella piccola esistenza era stato simile alla forte voce di Gesù che fa sorgere dal sepolcro Lazzaro quatriduano. Il suo passato, pesante, triste, nero, si era annegato nella luce ed ella si trovò compresa da una felicit
Pover'omo! balzato nella sventura, ridotto a vedere sempre in opposizione i diritti col fatto, la giustizia coll'esito, fu tratto al sepolcro da una malattia endemica tra i forusciti, e che i medici non seppero battezzare, perchè nei loro cataloghi non hanno classificato il crepacuore.
"Ho dei momenti in cui sembro un fanciullo, e vorrei levar dal sepolcro la mia povera nonna per appoggiare sulle sue ginocchìa il mio capo e sognare ad occhi aperti.
Francesco Cènci fu alito corrotto di antico genio romano; alito latino uscito fuori da un sepolcro scoperchiato, ma pur sempre alito latino; ebbe indole indomata, talento schernitore, anima implacabile, e cupidit
Scrissi: «Non voglio morire, no, se mi ama; se è libera non voglio il sepolcro sulla montagna, nè il sepolcro nella valle, voglio te che sei la speranza e la fede, la vita e la luce. Voglio portarti sul mio petto, forte con te, forte per te, attraverso le cose e gli uomini, amici o nemici, fino all'altra sponda, fino a Dio. Non mi parli di sponsali, non mi parli di vicende che furono, io l'amerò tanto che Lei creder
Io non potrei salire sul Suo sepolcro diss'ella sorridendo. Fui sul punto di domandarle se, quando fossi morto, vorrebbe portarmi un fiore. Ero troppo agitato; non lo seppi dire. Mrs. Yves mi domandò se mi piacerebbe ancora di esser sepolto lassù, risposi che in quel momento non lo sapevo io stesso.
Uscito di carcere per atto d'amnistia, correva a Staglieno a sfogare la suprema angoscia dell'animo invitto sul sepolcro materno; quindi, mesto e sdegnoso di dover la propria libert
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