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Aggiornato: 9 maggio 2025
Ma voi non morrete Interruppi io voi siete sul fiorire degli anni, siete robusta, la vostra ferita non è tanto grave... È mortale.. lo sento!... Non sprecate le vostre cure per me... sentite... l
So il nome che mi avete dato parlando con Giselda, e mi piace. È il soprannome d'una principessa di Francia, ed io mi sento principessa la parte mia; anzi, starei per dire che lo sono tutta quanta. Ma torniamo al fatto; non dovete temere nulla da questo colloquio, perchè si parler
interrompendolo con uno scatto brutale. Basta! Taci! Conosco il tuo ritornello. Sei un flauto malinconico, ed io non sono un serpente da addormentare. Sento gi
³⁹⁶ Iulian., 312, 7 sg. Fin qui ha parlato il retore. Ora, entra in scena l’amico che, con accento di sincera commozione, esclama: «Ma, se io mi esamino, per constatare come sopporto e sopporterò la tua partenza, sento di essere tanto addolorato, quanto lo fui la prima volta ch’io dovetti abbandonare il mio educatore. Poichè, in un attimo, ecco di tutto mi ritorna la memoria, della comunanza dei travagli, che, a vicenda, insieme sostenemmo, della semplice e pura consuetudine, della schietta e saggia conversazione, della nostra associazione in ogni bella impresa, del nostro eguale ed inflessibile aborrimento dei malvagi, così che noi vivemmo, vicini l’uno all’altro, nell’eguale disposizione d’animo, amici uniti nei costumi e nei desideri. E, insieme a tutto ciò, mi ritorna in mente il verso d’Omero
Sì, vincerò. L'amor, ch'io sento e chiamo, Sprona l'alme ad imprese inclite e chiare: T'amai nel sogno, entro la vita or t'amo, E immenso è l'amor mio siccome il mare: Ei d
Lo sai!... amiche provammo di esserlo, ma non ci riuscimmo, tanto è la differenza che passa fra noi due di educazione, di abitudini, di simpatie... non mi so spiegare, ma sento che non le voglio bene.
Ah, qui ti sento anche più volentieri; disse il duca, esultante.
Poveretta! al tuo lamento Ch’io congiunga il pianto mio! Deh m’abbraccia! adesso io sento Che pietoso è meco Iddio: Ah! che il pianto insiem versato È del cielo una piet
Allor vorrei che 'l mondo stesse sempre in quello stato. Ma poi, come indugio ogni poco, incomincio a sentir dentro gli asprissimi dolori de la fame: ond'io mi adiro e squarto e maledico; e, se pur sono in luogo che non possa farlo forte a mio modo, da me dico la messa piana, come ne l'incanto faceva Girifalco. Ma vo' dirti. Sento un sonno assalirmi che non posso tener piú gli occhi aperti.
Avvertirò il sere di aggiuntare due lenzuola insieme, per farne un sacco capace a contenere li danari a conto. Extra jocum: parente del diavolo ha da essere, tanto egli è nero; e sento dire che il diavolo sia più ricco di Papa Sisto, che mise dieci milioni di oro in castello . E se pagasse con una cambiale sopra lo inferno, toccherebbe a Tegolino andarla a riscuotere.
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