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Aggiornato: 20 giugno 2025


Ora hai veduto in quanta excellenzia sta colui che è gionto a l'amore de l'amico. Questo ha salito el piè de l'affecto ed è gionto al secreto del cuore, cioè al secondo de' tre scaloni e' quali sonno figurati nel corpo del mio Figliuolo. Díxiti che significati erano nelle tre potenzie de l'anima, e ora tel pongo significare e' tre stati de l'anima.

Non del pentimento però che avvia all'emenda: ma s'indispettiva seco medesimo d'essersi dall'ira lasciato trasportare a tradir il secreto, che del suo scorno come della vendetta volea fare con tutti, se fosse possibile fino coll'aria: onde accagionando di quell'escandescenza certe sue cure penose, la fantasia turbata da molesti pensieri fino il desiderio di cimentare l'amore di lei colla pazienza e la costanza, si mostrò mitigato, venne al letto della moglie, le parlò cortesemente.

NEPITA. L'onor non è bianco rosso, che si possa vedere: l'onore sta nell'opinion degli uomini, però bisogna farlo secreto. È meglio esser tenuta bona e non esserci, ch'esser contaminata senza effetto. SANTINA. Tu desii la morte a me. Vo' che paghi questo cattivo desiderio con l'ossa tue. Ecco la casa terrena. Sta serrata a pèstio, la spezzerò a calci: l'ira mi prestará forza.

Statene dunque, o de' miei secreti consapevoli, statene taciti e quieti, ma non taciti e quieti che le rime mie, le quali ora sono cantando per isfogare, non subito le riportati e recantati a le sue divine orecchie. E perché voi avete ad essere miei fidelissimi compagni, consequevolmente voglio che d'ogni mio secreto voi siate participevoli.

Mi lascia, e m'incontro con Panimbolo, il quale altresí mi dimandò di voi; e pregandolo mi dicesse che cosa chiedeva da voi, disse in secreto che don Flaminio aveva conchiuso col conte di Tricarico il matrimonio della figlia, e che vi vuol dare quarantamilla ducati purché foste andato a sposarla per questa sera.... DON IGNAZIO. Oimè, che pugnale è questo che mi spingi nel core?

Avrebbe quasi voluto evitarla; un'istintiva paura, un secreto presentimento lo avvertivano sordamente che quella donna avrebbe esercitata un'influenza su tutta la sua vita. Subito dopo, un'esultanza gli era entrata nell'anima.

Gismonda partiva. Elena, postasi a sedere su l'erba, si recò in grembo la figlia, la scinse, e le soprappose una mano alla fronte, pietosamente riguardandola. Ella aveva gli occhi chiusi, e non di meno era bella. La luna la vestiva di una luce modesta, e parea godere d'illuminare quel volto, gentile quanto il suo raggio medesimo. «Povera figliaad ora ad ora diceva singhiozzando: ma allorchè il pianto le ingombrò gli occhi per modo, che più non potesse contemplare quel volto, gli volse al cielo e parlò: «Accettate, Signore, questo sacrificio di lagrime: egli deriva da un'anima profondamente addolorata. Oh! dalla nascita di questa infelice figliuola non ho avuto più un'ora di bene. Povera Yole! pur troppo tu fosti generata nella sventura,... ma... Dio onnipotente! se voi sapeste che sia per una madre vedere queste guance, su le quali non erano per anco sbocciate le rose della giovanezza, ora a un tratto impallidirsi: che queste membra, non ancora arrivate all'incremento loro, a poco a poco disfarsi, non mi affannereste così. Povera innocente! La sua anima non conosce il peccato, e pure una pena orribile la turba, le avvelena la vita un secreto tormento, cui ella non può allontanare, conoscere, perchè Dio si mostra misterioso nei suoi stessi tormenti. Chiamasi piet

Per una conseguenza triste e formidabile, io mi sono trovata in grado di apprendere un secreto terribile che riguarda la sicurezza della corona. Io non posso rivelarlo che al re, al re per il primo in vostra presenza. Ma avete voi un altro interesse, signorina, rivelando questo secreto, oltre il dovere di suddita fedele? Senza dubbio, signore.

Non so, comandante.... Forse.... Parve che il giovane volesse dire qualche cosa; poi, come non potendo o non volendo spiegarsi, ripetè: Non so davvero.... Potrei domandarne all'attendente. , vada; e lo spedisca a terra, se occorre. Roccaforte sapeva. Aveva dapprima intuíto il secreto dell'amico suo, convivendo tutti i giorni e tutte le ore con lui; poi ne aveva ricevuto le confidenze.

Lo spettacolo di quel dolore si faceva attristante. Rosalia di Verdara aveva dimenticato il proprio interesse che si giuocava in quella partita, per darsi tutta alle cure che lo stato della sua giovane amica richiedeva. Ella sentiva che nessuno di quei pretesti reggeva, comprendeva che sarebbe bastato insistere ancora un poco, perchè Massimiliana le dicesse tutto, le svelasse il secreto che la soffocava; ma la sua lealt

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