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Aggiornato: 15 giugno 2025


L'ultimo dei Morò-Casabianca, che aveva abitato il castello, era stato il conte Sebastiano, e durava in tutto il circondario la memoria di questo gentiluomo, il cui nome era congiunto ad un doloroso dramma domestico, intorno al quale la fantasia dei contadini aveva immaginato le più bizzarre leggende.

In casa mi dava soggezione la presenza di don Sebastiano, il vice-curato, il quale, secondo l'usanza, partecipava sempre alla mensa del presbiterio. Egli non mostrava troppa simpatia per don Luigi; e il torto era tutto del suo carattere arcigno, del suo spirito gretto e farisaico. Quel testimonio freddo, impassibile, insensibile pareva fatto apposta per impedire le cordiali confidenze.

a Gonzalo. Prima, o nobile amico, lascia che abbracci la vecchiezza tua di cui nessun può misurar l'onore limitarlo. Non potrei giurare che tutto questo sia pur vero o falso. Ancor gustate qualche leccornia di quest'isola, quale non vi lascia le cose vere scerner dalle false. Benvenuti voi tutti, amici miei! Piano a Sebastiano e ad Antonio.

Ricordò la la sua missione e chiese di vedere il ferito. Vieni, ti condurrò io, gli dissi. Il cancelliere rimase indietro a levar da una grossa tasca che teneva in groppa la carta e le penne per stendere l'interrogatorio. Noi lo precedemmo alla casa del Sindaco. Incontrammo per via don Sebastiano e lo speziale che a malincuore s'avviava ad aprir la sua bottega.

La vecchia lo fissò coi suoi occhi grigi, illuminati da uno strano bagliore: Il signor conte mi burla, lo so bene. Ma non importa: quello che è vero è vero. , il signor conte Sebastiano è tornato ancora. Torna sempre nelle notti di temporale, l

Entrano vari MARINARI. Su, cuori miei: presto, presto, cuori miei! Forza! forza! Serrate il bompresso. Attenti al fischio del Padrone! Soffia finchè tu non ne possa più, vento mio: finchè abbiamo spazio! Entrano ALONZO, FERDINANDO, ANTONIO, SEBASTIANO, GONZALO. Bravo mastro: mi raccomando di stare attento. Dove è il Padrone? Siate uomini! Fatemi la grazia di starvene giù, per ora!

La patria, alternando i premii verso que' cittadini che di lei benemeriti erano per i prestati servigi, non dimenticò di premiare eziandio Alvise Sebastiano Mocenigo [I[da san Samuele]I], il quale per quattro volte sostenne il carico di provveditore generale, e diede prove di zelo e di amore verso la patria nelle spinose emergenze del Levante e della Dalmazia. Questi al primo scrutinio fu eletto Doge. In tutte le Oselle da lui a' nobili regalate riprese nel diritto la solita impronta del santo Evangelista che d

E portategli subito qualcosa. Poi presolo per mano lo trasse amorevolmente con , facendomi cenno di seguirli. Nel tinello c'era don Sebastiano. Seduto davanti la tavola gi

L'udii una sol volta, ma bastò; non so più che mi avvenne sino all'istante in cui mi trovai circondato da' compagni. Venite, amicidisse Sebastiano, «torniamo al nostro posto. Buona notte, signorina.

Ma io vi dico che il conte Sebastiano è tornato.... Torna sempre nelle sere come questa.... In una sera come questa si è ucciso lassù.... E tendeva il dito verso i veroni della sala, che Loreta e Alvise avevano lasciata, illuminati in quel momento dal rapido strisciare di un lampo.

Parola Del Giorno

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