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Aggiornato: 9 maggio 2025
FILIGENIO. Veggio venir il dottor verso me: qualche altra burla aranno scoverta di Forca: non sará per finir tutto oggi. DOTTORE. Filigenio, io vengo a ragionar di cose assai differenti dalle passate, alle quali mai non pensaste: ora non è tempo di amori, ma di compimenti di onore: e ben sapete che dove va l'onore, poco si prezza la robba e la vita insieme.
Però ti priego, e tu, padre, m’accerta s’io posso prender tanta grazia, ch’io ti veggia con imagine scoverta». Ond’ elli: «Frate, il tuo alto disio s’adempier
Pero` ti priego, e tu, padre, m'accerta s'io posso prender tanta grazia, ch'io ti veggia con imagine scoverta>>. Ond'elli: <<Frate, il tuo alto disio s'adempiera` in su l'ultima spera, ove s'adempion tutti li altri e 'l mio. Ivi e` perfetta, matura e intera ciascuna disianza; in quella sola e` ogne parte la` ove sempr'era,
DULONE. Signora Cintia, non piú signor Cintio, sia lodato Iddio ch'è scoverta ogni cosa; e poiché la fortuna e tutto il mondo vi riverisce, giusto è che vi riverisca ancor io e che vi cerchi perdono delle offese, e del mio mal animo che v'ho sempre avuto, e di aver sempre dissuaso al padrone ché non v'amasse; ma poiché il mio padrone, che è di maggior giudicio ch'io non sono, ci s'era ingannato, non è gran cosa che mi fusse ingannato ancor io.
GERASTO. Ditemi, di grazia, il vero ché confidando nella bontá, che mi par conoscere nell'aria vostra, voglio crederlo, di che qualitá è questa vostra nipote? APOLLIONE. Se ben l'uomo deve sempre dir il vero, mi par pur gran sfacciataggine dir una bugia che potrá esser facilmente scoverta, essendo qui infiniti gentiluomini genovesi che ve ne potranno chiarire.
L'aveva mangiato a casa sua tante volte, era il caval di battaglia della nonna, e aveva guardato con tanto d'occhi il babbo a farne delle scorpacciate. Non sapeva altro. Come si fa.... come si fa.... cominciò a dire. Ci vuol lo zucchero certo. Oh, la bella scoverta! esclamò la giovinetta ridendo. Lo zucchero va in tutti i dolci. Si bolle il riso. Qui ci fu una gran discussione.
FILIGENIO. Evi alcuna altra terza di cambio di farmi pagare? DOTTORE. Ritenetevi ne' termini della prudenza e della creanza, e ascoltate prima, ché non sapendo che abbiamo a narrare, potreste prender error per parlar troppo. FILIGENIO. Evi alcuna altra cosa scoverta di mio figlio? DOTTORE. Io vengo or per coprir gli errori di vostro figlio e non scoprirgli al mondo piú che sono.
Ma noi non abbiam tempo, in questo momento, di occuparci di codesta scoverta, che aveva fatto tanto onore alla scienza del dottor di Nubo.
ATTILIO. L'esser scoverta mia sorella ha rotto tutti i miei e vostri disegni. EROTICO. Parlate troppo confuso, distinguete, troppo gran cose dite in brevi parole. ATTILIO. Il mio male è di sí perversa sorte, che l'animo s'inorridisce di spavento e la lingua non basta manifestarlo. EROTICO. Dillomi tu, Trinca.
ATTILIO. Anzi, piú trattar e conversar con lei senza sospetto; e sarò un nuovo Tantalo, star affamato in mezo i frutti che li pendono intorno, e assetato in mezo l'acqua. EROTICO. S'è forse scoverto che non sia vostra sorella? ATTILIO. Anzi, perché s'è scoverta mia sorella. EROTICO. Di che dunque vi dolete, s'è creduto quello che con tanta diligenza avete finto?
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