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Aggiornato: 10 luglio 2025
Nel castello suonarono i pifferi a scorno e dalle feritoie i balestrieri levarono grida di vittoria... Si scosse Ugo, dolorosissimo, e ancora incerto di quanto era accaduto, ancora imprecava: Maestro, v'hanno pagato per tradirci?
XXIX. Allo stesso Quel che 'l mondo d'invidia empie e di duolo, quel che sol di virtute è ricco e adorno, quel che col suo splendor un lieto giorno chiaro ne mostra a l'uno e all'altro polo: quel sete Varchi voi, quel voi che solo, fate col valor vostro oltraggio e scorno a i più lontan, non ch'ai vicin d'intorno; ond'io v'ammiro, riverisco e colo.
Mal spiegaro per noi l'inclita insegna, Mal diero assalto, e trionfar quel giorno, Se la lor fama gloriosa e degna Ne dovea partorir vergogna e scorno; Tanta vilt
Spegni tu l'empio, o Micalogle, e scorno Fa poi col ferro a quei suoi membri spenti; Se fai col duro teschio a lor ritorno, Stella sarai fra le paterne genti. Sì gonfio d'ira ei fea volare intorno Per sua vendetta gli animosi accenti; Nè Micalogle ad ascoltarlo è tardo, Che tende l'arco e fa volarne il dardo.
96 Finita la battaglia di quel giorno, ne la qual, poi che il lor signor fu estinto, danno i Bulgari avriano avuto e scorno, se per lor non avesse il guerrier vinto, il buon guerrier che 'l candido liocorno ne lo scudo vermiglio avea dipinto; a lui si trasson tutti, da cui questa vittoria conoscean, con gioia e festa.
37 In luogo di trionfo, al suo ritorno, facemmo noi pensier dargli la morte. Restammo poi, per non ricever scorno; che lo veggi
Non parla poichè ha scorno! Noi le facciamo scorno, si capisce! Non è avvezza, la santa donna! Fece un altro passo. E posò la mano sulle braccia conserte della suora. Sporse il capo. L'affisava muta. Ti secca, non è vero? Hai ragione. Delle suore tra le omicide, le ladre, le male femmine!... Incrociò le braccia anche lei.
O scema d'intelletto, non t'accorgi quanto di scorno, me biasmando, porgi a te medema e 'l tuo veder appanni?
Errando avviensi, ove del duol sofferto Fatto avea 'l fiero Oronte in sè ritorno, Ed a l'aure serene il guardo aperto Il rivolgea pien di vergogna e scorno. Da lunge il Duce di sua vista incerto, S'appressa ove il guerrier facea soggiorno, E quando in ravvisarlo errar non puote, Apre il varco del petto a cotai note: VI
Si levò su le staffe e si raccolse fermo in arcione, e per non dare in fallo, lo scudo in mezzo alla donzella colse; ma parve urtasse un monte di metallo: ed ella in guisa a lui toccò l'elmetto, che stordito il mandò di sella netto. 127 Troppo spiacque a Zerbin l'esser caduto, ch'in altro scontro mai più non gli avvenne, e n'avea mille e mille egli abbattuto; ed a perpetuo scorno se lo tenne.
Parola Del Giorno
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