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Aggiornato: 26 giugno 2025


Come fare? Tornare dal Direttore? Sottomettersi? Pregare, cercare colle buone di ottenere un piccolo acconto?... Se Nora volesse?... Se volesse parlarne allo zio Matteo! Ma bisognava vederla subito. Invece di aspettarla giù, dinanzi alla porta, sarebbe salito a cercarla dalla signora Schönfeld: l'avrebbe fatta chiamar fuori. Ho da parlarti: di gran premura! Che male c'è? Non dev'essere mia moglie?

Quando fu su, l'uscio lo trovò subito. C'era nel mezzo, in alto, un biglietto di visita: Edita Schönfeld e sul nome una corona di contessa. Pietro Laner vide subito anche il bottone lucente del campanello, ma non lo toccò.

Il Casalbara perdeva il giudizio e il riserbo. E quel primo giorno che si trovò colla Nora in casa della Schönfeld, quando sopravvenne Pietro Laner a guastare la festa, egli ebbe un impeto di furietta gelosa; la gelosia astiosa, rabbiosa, tormentosa dei vecchi contro un amante giovane.

E rimaneva irresoluto dinanzi all'uscio, quando l'uscio, a un tratto, si spalancò: era la cameriera, una bella ragazza, che aveva aperto ad un garzone di caffettiere, il quale passò via portando sulle spalle un gran cesto vuoto. Cerca della signora Schönfeld? domandò la bella ragazza a Pietro Laner. Vorrei sapere.... avrei da dire una parola, per parte di suo zio, alla signorina Nora.

E , subito, cameriera e padrona, cominciarono a gridare, a strapazzarlo. Cos'ha fatto a quella povera signorina! strillò la cameriera. Vous êtes un mauvais sujet! esclamò a sua volta la Schönfeld mezzo in collera, mezzo ridendo.

E gli scriveva che c'era il fidanzato, che la ragazza era di buona famiglia, figlia, nipote o parente, nientemeno, del famoso cavalier Cantasirena, e che andava tutte le sere all'opera al Manzoni con una cantante ungherese, certa Edita Schönfeld, che si faceva passare per contessa. E ripeteva, ancora, prima di finire: "niente da fare, onesta a tutta prova."

La Schönfeld tornò a gemere, a sospirare. "La pauvre petite, mi ha tanto pregato, tanto supplicato! Non ho avuto cuore di resistere: le lacrime mi fanno male.... E poi.... gi

La Schönfeld era piena di debiti, e contava un poco sul Kloss e molto sul Casalbara per poterli pagare; contava moltissimo anche sulle raccomandazioni del cavalier Cantasirena, per essere scritturata da un impresario dell'America.

Il Kloss continuò per un pezzo a perseguitare la Schönfeld, a correrle dietro per le stanze, a volerla abbracciare; e intanto Nora e il Casalbara, tutti e due vicini, tutti e due quieti dietro le tende della finestra, continuavano a parlarsi.... Lanciata la vostra brafa dichiarazion? gli domandò il Kloss, appena furono soli in via Manzoni.

Di ciò era convinto anche il duca. Ma se Cantasirena fa nascere uno scandalo? Con Matteo Cantasirena, cuistion te tanee: me ne incaricassi mi. Colla racazza, cuistion te tanee: mi incaricassi la signora Schönfeld. Il Kloss non voleva più trovarsi con Nora.

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