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Per ottenere al giovine maestro che una sua opera fosse prodotta in uno di questi insigni teatri, si volle il soccorso di una di quelle circostanze che decidono qualche volta le sorti di un individuo. Nell'autunno del 1819 si era ammalato il basso De-Grecis che doveva sostenere alla Scala una parte di somma importanza nel Finto Stanislao di Gyrowets.

Come fui sulla scala, precipitai al piano disotto, e mi chiusi a chiave nella mia cella.

Il suo volto riflesso in quel momento da uno specchio che era di fronte a me, mi parve pallidissimo. Io abbandonai poco dopo quel caffè in preda a tristi pensieri. In quella sera stessa doveva aver luogo alla Scala una rappresentazione straordinaria.

Quando Rosa si fu accertata che era la propria gondola che giungeva, lasciò il balcone ove era stata spiando con ansia indescrivibile e con un lume in mano scese rapidamente la scala a ricevere l'adorata figliuola.

Quantunque avessi una meta e il desiderio di giungervi, mi dilungai prendendo la via più allegra; m'internai sotto i portici, ove la memoria e l'abitudine mi ricordavano come tre correnti vi passassero in tre ore diverse del giorno; al mattino, una fiumana di ragazze che si recavano al lavoro; nel pomeriggio, una fiumana di signore che ostentavano in l'opera manuale di quelle ragazze; nella sera e nella notte, una fiumana di perdute. Un formicolar vasto e romoroso di gente era nella Galleria; poi, piazza della Scala diminuiva sùbito l'intensit

Silenzioso come uno spettro scivolai per la lunga scala, attraversai il giardino e uscii, fingendo di non udir la voce di Giuseppe che dall'alto del terrazzo mi richiamava per la cena. Laggiù trovai la stradicciuola gi

Costei frattanto, dovendo vestirsi allo scuro, perchè non aveva fiammiferi da accendere il lume, aggirandosi a tentoni per la stanza a trovar l'uscita e poi ad imboccar la scala, non potè scendere in cucina prima che Teresa avesse gi

'O virtu` mia, perche' si` ti dilegue?, fra me stesso dicea, che' mi sentiva la possa de le gambe posta in triegue. Noi eravam dove piu` non saliva la scala su`, ed eravamo affissi, pur come nave ch'a la piaggia arriva. E io attesi un poco, s'io udissi alcuna cosa nel novo girone; poi mi volsi al maestro mio, e dissi: <<Dolce mio padre, di`, quale offensione si purga qui nel giro dove semo?

Io sono agli ordini di V. E. Questo che è con me è il marchese Palavicino appunto. È lui che vuol vederli. Il custode allora, seguito da essi, risalì la scala e corse in fretta a cingersi la spada. Li fece passare per mille andirivieni e corritoi, ne' quali la tetraggine serrava gli animi.