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Aggiornato: 31 maggio 2025


Prendo anzi quest'occasione per ripetere ch'io qui non scrivo un romanzo col suo principio, col suo mezzo, col suo fine, colle sue cause, il suo sviluppo e le sue conseguenze, e tutte le belle cose che si leggono nei trattati di estetica; ma bensì raccolgo impressioni di scene e di fatti, sensazioni di luoghi e di persone in cui mi sono scontrato e che, per un mero effetto del caso convergeranno, se mi si presta attenzione, a far cornice utile se non anche necessaria al soggetto doloroso che è la ragione di essere di questo studio.

E noi chi siamo, per il cielo! Siete una mano di straccioni, e ve la darò io la lezione, io ve la darò, se non.... Questa sera.... domani.... quando e dove a voi piace; ma non qui: non facciamo scene; ch'io non perda la pazienza. Che domani? che pazienza?

Me ne andai; me n'andai per non fare una scena. Perché non ho mai fatto scene, io; ha capito? La madre. È vero! È così. È così! Il capocomico. Ma ora bisogna pur farla questa scena tra lei e lui! È indispensabile! La madre. Per me, signore, io sono qua! Magari mi desse lei il modo di potergli parlare un momento, di potergli dire tutto quello che mi sta nel cuore.

Voi dunque siete stata nel castello di Udolfodisse la monaca con estrema emozione. «Quali scene mi rammenta quel luogo! Scene di felicit

Descrivervi la pioggia di proiettili d'ogni genere che fu scaraventata su quell'uscio, sarebbe cosa impossibile; era un turbine di stivaletti, di libri, di guanciali, di spazzole; il malcapitato se ne andò battendo a più riprese la porta e protestando che andava a far rapporto alla delegazione vicina. E ora, saranno soddisfatti! Esclamò la padrona, sempre dietro le scene.

Un altro capolavoro del museo dell'Aja, è un quadretto di Gherardo Dov, l'autore della celebre Donna idropica, ch'è nel Museo del Louvre fra i quadri di Raffaello e del Murillo; uno dei più grandi pittori di scene intime della scuola olandese, e il più paziente tra i più pazienti artisti della sua patria. Il quadro non rappresenta che una donna seduta vicino a una finestra, con una culla accanto; ma in questa semplicissima scena, v'è una così cara e santa aura di pace domestica, un riposo così profondo, un'armonia così amorosa, che il più ostinato scapolo della terra non ci potrebbe fissar gli occhi senza sentirsi nel cuore un desiderio irresistibile di essere colui che manca ed è aspettato in quella stanzina quieta e pulita, o almeno di poterci entrare per un momento, anche di soppiatto, anche colla condizione di starci rannicchiato nel buio, pur di poter aspirare quel profumo di felicit

Per molti giorni i viaggiatori traversarono la Linguadoca, e quindi entrarono nel Delfinato. Dopo qualche tragitto pe' monti di quella provincia pittoresca, scesero dalle carrozze, e cominciarono a salir le Alpi. Qui si offrirono ai loro occhi scene così sublimi, che la penna non potrebbe imprendere a descriverle in verun modo.

Io non aveva conoscenza delle frasi vaghe, usate per un autore dagli ammiratori che non hanno letti i suoi libri; e se anche tal vocabolario mi fosse stato familiare, mi mancava il coraggio d'adoperarlo, non sapendo se Gian Luigi se ne sarebbe contentato o se non, piuttosto, avrebbe volute le impressioni particolari delle varie scene e dei caratteri descritti.

In un giorno di scoraggiamento l'Ernesta, che aveva sempre in mente delle scene teatrali, disse: Se ora il tappezziere venisse a dirti: «Io t'amo sempre, perdono tutto, tua figlia sar

N.B. La commedia non ha atti scene. La rappresentazione sar

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