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Aggiornato: 1 giugno 2025
In quella lotta il ramino si rovesciò, lo spirito corse come un rivo di fuoco sul tappeto e la fiamma, appiccatasi a un tratto alla cortina di seta che copriva la porta, salì in un lampo fino alla vòlta.
Le orecchie non erano più rispettate degli occhi ed il cuore pareva avesse perduto i suoi istinti di delicatezza in questo decadimento morale che gli dava l’abitudine delle cose vergognose. Gli imperatori essi stessi ne davano l’esempio. Cesare, il primo dei Romani, quando salì al trono aveva gi
Supposi allora che fosse a Roma presso i suoi parenti, e partii tosto per Roma. Ricorderò sempre quanto palpitai alla stazione di Albano, vedendo alle spalle una giovane signora, alta, bionda, che camminava come lei. Non era lei. Salì nel mio coupè e vidi che somigliava un poco a Violet anche in viso.
Ella si scosse, un vivo rossore le salì alla fronte: gli occhi ridivennero asciutti. Hai ragione, non voglio pensarci più disse alzando risoluta il capo. E puoi avvertire Diego che accetto la sua mano. Gli sguardi del conte lampeggiarono. Dici il vero? Non ti pentirai?
Nino salì nel vagone a trovar due buoni posti; poi ridiscese, e stette davanti allo sportello, guardando su, verso di loro, con quell'espressione vuota, quel mezzo sorriso vacuo ed indeterminato che tutti hanno davanti al treno in partenza, quando gli addii sono fatti e il treno non si muove ancora. Nancy affacciata, gli sorrideva con occhi soavi.
Non lo sa? replicò il Sali con accento di meraviglia. È l'orefice... Il nome non lo ricordo... Ah!... È l'orefice? ripetè Diana. E un po' di sangue tornò sulle sue guance scolorite, e la sua fisonomia contratta andò a grado a grado ricomponendosi.
Si avvide che metteva sul bastione, e l'aria le spense quasi il lume. Le nubi agitate dai venti stentavano a lasciar vedere alcune stelle, raddoppiando gli orrori della notte. Rinchiuse la porta e salì.
Passarono pochi minuti in silenzio, poi un fischio tagliò l'aria. Il treno, un diretto, arrivava sbuffando e folgorando nelle tenebre: i saluti furono precipitati; Lamberto salì per ultimo nel vagone, e coi piedi gi
Poi un altro odore acido, nauseante, gli salì intorno, di fra le lenzuola, senza che egli avesse mutato posa o si fosse anche lievemente scrollato. La sua manina sinistra, fuori della coperta bianca, ne teneva una piega sottile fra le dita.
Poi, sempre colla duchessa, sempre parlando, ridendo piano colla duchessa, mentre il seguito gli faceva coda, ammirando il barocco della facciata, salì lentamente per visitare la villa. Sul terrazzo si fermò, prese una granita, e intanto la duchessa gli presentò Evelina.
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