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Aggiornato: 22 giugno 2025
ESSANDRO. Dimmi, tu chi sei? NARTICOFORO. Né romano né ludimagistro. ESSANDRO. Alla puzza de' piedi conosco che sei pedante. O tu sei quel desso o devi conoscere quel pedante ch'io cerco. Conosci tu Narticoforo romano? NARTICOFORO. Ti giuro per il quaternario e per la brassica ch'io non lo conosco. ESSANDRO. Che quaternario? che brassica?
Era un quadro di carattere prettamente romano, se non che la piazza attorno alla chiesa, ombreggiata da grandi alberi, non aveva affatto aspetto romano, nè meridionale, e mi ricordava piuttosto le chiese campestri delle care mie contrade natìe.
Il quale seme, cioè principio di lei si considera, che anticamente fosse Catellina Romano colla sua iniqua e disperata gente dietro alla fiesolana patria, secondo che nelle sue istorie si conta.
«Qui sarai tu poco tempo silvano; e sarai meco sanza fine cive di quella Roma onde Cristo è romano. Però, in pro del mondo che mal vive, al carro tieni or li occhi, e quel che vedi, ritornato di l
Il sogno di Giacobbe adesso si rinnuova agli occhi del popolo romano. Un angiolo ascende su per una scala al paradiso. Ai più lontani apparisce il suo capo velato, poi le spalle, poi i fianchi; adesso è sorta tutta in piedi sul palco. Tu hai promesso toccarmi soltanto col ferro, parla al carnefice; tu almeno mantieni la fede, e m'insegna quello che io mi debba fare. Ed egli glielo disse.
Voce sonò di barbare coorti: «Noi chiama il cielo a restaurar giustizia, Chè ne mentì il Romano Impromettendo civilt
Nell'epoca carolingia il vescovo romano signoreggiava su tutte le attuali citt
In mezzo alla calca dei saloni era arduo poter contemplare le fisonomie e massime il portamento della persona ma da quella parte del vestibolo sulla prima gradinata ove s'era collocato il romano l'osservazione riusciva più facile ed abbracciava quelle che entravano e quelle che passavano senza entrare.
Così era finita la campagna dell'Agro romano, che quantunque durata brevi giorni fu tra le più commoventi e disastrose.
In questa ecco passare lì presso un plebeo romano dalla lingua mordace, e dagli atti petulanti, il quale avendo inteso la domanda della giovane, quasi invitato dalla onesta bellezza delle gentildonne, rispose: E' sono archetti tesi dai carcerati alla carit
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