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Aggiornato: 22 maggio 2025
Così piangeva; ed a la man, che viva Dell'Asia i vinti Re tanto inchinaro, Ivi disciolta e di fortezza priva, Tutti in segno d'onor baci donaro; Dolenti al fin da la dolente riva Le care membra e riverite alzaro, E van con esse in ver le regie tende, E lor sempre nel sen pianto discende.
Non si tratta di me, ma di voi; disse Bonaventura di rimando. Proseguiamo intanto. Più tardi venne il tempo di raccogliere ciò che avevate seminato; venne il tempo degli onori, dei guadagni e degli amori. La vostra passione suprema, l'invidia, si manifestò sotto tutte le forme. Volevate esser ricco, per andar di pari passo coi ricchi; del dotto invidiavate i ciondoli, dell'elegante la sciocca attillatura, del giovinotto più in voga le avventure galanti. Credo che se un giorno passando per via aveste veduto far ressa intorno ad un pagliaccio e ammirarne le capriole, avreste invidiato la gloria del pagliaccio. E le donne, come piacevano a voi? Perchè piacevano ad altri. E quali vi piacevano di più? Quelle che notavate più riverite, più decantate dal pubblico. Corteggiavate la Cisneri perchè attorniata di spasimanti; v'impuntaste ad ottener le sue grazie per soddisfare una smisurata vanit
Tutte e tre si alzarono quando Nancy apparve, mettendosi affrettatamente i boa; e se ne andarono, scortate e riverite dal gentiluomo in uniforme, che disse la zia Carlotta «era probabilmente il Duca d'Aosta». Un altro lacchè incipriato le condusse sino alla carrozza reale, che aspettava per ricondurle all'albergo.
Vada per antropologia. Tanto, non conosco nè l'una nè l'altra, di queste riverite signore. M'andrebbe in tanto sangue, la rabbia dei Gamberini! E se Adele si risolver
Sono come fanciulli, che vogliono e non vogliono, e non san star in un proposito, o sono mobili come il vento e chi s'impregna di vento, partorisce aria; o perché sono vogliose e desiderano sempre cose nuove; o forse è lor costume peculiare di dar sempre dispiaceri e tormenti a coloro da' quali si conoscono essere amate e riverite.
Fra questi detti, che si vada al mare Per prestamente veleggiar procaccia, Onde a le membra riverite e care Ciascuno a gara ivi soppon le braccia; E per tutta la via lagrime amare Del popolo leal bagnan la faccia, Nè puossi udir tra le funeste genti Se non un lungo suon d'aspri lamenti. Non poteva farsi argomento più breve di quello postovi dal Poeta: «Nel XXII. Sultana s'avvelena.»
Parola Del Giorno
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