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Aggiornato: 10 giugno 2025
E tu eri una bimbettina piccola, piccola come Anne-Marie. Ascolta Anne-Marie! disse Nancy, accennando alla finestra aperta della saletta da pranzo. Anne-Marie non aveva voluto venire neppure per due ore al Gartenhaus senza il suo violino. E adesso si era chiusa nella sala da pranzo a studiare. Ripeteva molto piano una piccola ninna-nanna, lieve e dolce, e perfettamente intonata.
Illuminato di tanto, tornai al § LI, onde sapere «perché nel piú bel secolo della romana letteratura la poesia teatrale non giugnesse a maggior perfezione». E qui confesso l'alta ammirazione che svegliò in me la logica semplice e chiara, e nondimeno profondamente intuitiva, con cui il chiarissimo Tiraboschi, sorretto da Orazio, ebbe la bontá di confidarmi che questo non fiorire della tragedia presso i romani proveniva dallo «strepito grande che facevasi nel teatro, sicché appena vi si potevano udire ed intendere i versi», ecc. ecc. «Garganum» ripeteva il suggeritore del Tiraboschi
Ma, rotta la diga, uscì un torrente di parole che pareva non si dovesse arrestare. Ripeteva spesso, cambiando solo di modo, le medesime idee; disse che non vi era alcuna speranza per lui, che ogni tentativo era inutile, che gli uomini e le cose, tutto gli era ostile.
Una vecchia donna, scendeva pure dal veicolo, anch'essa nascosta in un grande sciallo di lana e giunta appena alla porta di Teresa, bussò tre colpi colla mano, e porse l'orecchio, per accertarsi s'era stata intesa di dentro. Nessuna risposta, e la vecchia ripeteva le busse, ma invano.
Ma dacchè s'era tornati nella casa vecchia, nella casa squallida e trista, ella ripeteva da mattina a sera che voleva andarsene con lo zio Gasparo, con la mamma e con la nuova Lilì. Notiamo fra parentesi che la nuova Lilì ispirava a Margherita un rispetto superstizioso.
O mia regina! esclamò il visconte, coprendo di baci la mano della contessa, mentre questa, con voce languida da sovrana indulgente, gli ripeteva all'orecchio: Calmatevi, Gran cancelliere!
Non c'è!... non c'è!... ripeteva il vecchio, cupo, desolato. Ma tutti e due quegli sventurati avevano provato una immensa commozione. Quella acuta sensazione di dolore risvegliava lentamente la loro ragione, che una gioia immoderata avrebbe più che mai disordinato, travolto.
E allora ripeteva il ritornello assiduo dell'inno eterno: M'ami proprio? Sì, tanto. E perchè m'ami? Ernesta ci pensava senza trovar risposta. Dillo, perchè mi ami? Non lo so; e tu perchè mi ami? Perchè sei bella, perchè sei buona. E anch'io t'amo perchè sei buono, perchè sei bello.... Quale sorriso passò sulle labbra di Leonardo! Sono bello io? Sì, sei bello.... ma non per questo t'amo.
Da principio, guardandola appunto con l'occhio del medico che notomizza, egli cominciò semplicemente dall'ammirare quella perfetta corrispondenza di parti, formate dalla natura con tanta sapienza per il suo scopo fatale. Molte volte, mentre la povera giovane si sentiva morire di vergogna, ei le ripeteva ridendo: Hai torto di vergognarti... sei bella! Davvero.
Bravo! Bravo! ripeteva Antonietta, passeggiando per la stanza, fermandosi qua e l
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