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Aggiornato: 25 giugno 2025
Che cosa guardate? gli domandò Fausta d'un tratto. La bellezza della contessa pareva scintillare sotto il sole; i capelli neri avevan riflessi azzurrini e gli occhi cilestri esprimevano una dolce ingenuit
Innamoratissimo! In quelle non molte ore che lo dividevano dalle undici di sera, egli ebbe quasi sempre la allucinazione fresca e fiammante, insieme, della persona di Chérie. Ora pareva che lo guardassero quei grandi occhi azzurri, dalla cornea non bianca, tutta a riflessi azzurri, dalle ombre azzurre, sotto le palpebre: e gli sembravano un mare di dolcezza, senza nessuna velatura di malizia, di perfidia, di quelle malaugurate cose odiose, che tante volte appariscono, spesso involontariamente, negli altri occhi femminili. Ora pareva che, innanzi a sè, si muovesse l'alta persona un po' troppo alta, ma così veramente flessuosa: e l'innamoratissimo pensava che, Chérie, quando era sdraiata sul gran divano, sembrava più piccola, pur conservando la grazia e la nobilt
Filippo in piedi osservava la persona snella e pieghevole, la cara testa dai capelli bruni con bei riflessi dorati e il collo bianchissimo e le piccole mani. Sì, a tutto; hai proprio pensato a tutto! disse Loredana, alzando gli occhi a guardare l'amico. E che cosa è questo? Ella teneva fra le mani uno scrignetto trovato sul fondo del baule. Apri: dev'essere aperto, disse Filippo.
Ognuno di noi, una volta almeno in sua vita, ha provate queste dubbiezze. Ognuno di noi ha dovuto raccogliersi in quel modo, microcosmo solitario di gioie e di dolori, di rapimenti e di angosce, di desiderii e di timori, frammezzo al turbine di una danza, alle bellezze sfavillanti, ai mille riflessi della luce, alle fragranze dei fiori.
Giorgio, che l'avea veduta tanto bella, non l'avrebbe più riconosciuta; ma parlavano l'occhio di lei e i battiti del suo cuore, e non poteva essere in dubbio. Si avvicinò, come preso da tremori convulsi, e un tanfo umido, greve, lo avvolse mentre il lume rischiarava l'agonizzante con riflessi così strani e foschi, da sentirne a tratti perfino paura. Ed era lei.
Un po' di prodigio cresceva attrattive alla misteriosa figura del curato. Durante la benedizione uscii a passeggiare sul sagrato deserto; la porta della chiesa spalancata sugli arpioni, lasciava vedere l'altar maggiore illuminato e i riflessi cadevano sulle casupole della piazzetta. La sera era buia: nelle tenebre fitte del villaggio, nessun altro lume che quello della chiesa.
Freddamente si rammentò tutto quello che era accaduto, fra loro, nel passato, come se ne vedesse la rappresentazione in uno specchio: egli si guardò attorno, freddamente, trovando sopratutto quell'amore e quella donna riflessi e viventi e pur finiti, dapertutto.
Una nube nerissima, a vortici rigurgitanti, dal sotto in su insanguinata da riflessi guizzanti, si levò dal basso del monte, roteando nella valle. Oberto! gridò Ildebrandino, afferrando il nipote per un braccio sì fortemente che quasi lo fece staffeggiare: E non diemmo le mazze sul capo al malaugurato! Guarda! La masnada era corsa la!
Il mattino era splendido. Il cielo aveva i riflessi dell'oro stemperato nell'azzurro. Un vapore dalla tinta violetta avviluppava ed addolciva il paesaggio. Come era stato convenuto, il principe di Schwartzemberg, dando il braccio a Bambina passeggiava nel parco, vicino l'Eremitaggio.
Bastan questi riflessi a persuaderci, che le molte strisce oscure, onde il pianeta è solcato per ogni verso, larghe talvolta quanto il Mar Adriatico od il Mar Rosso e quasi sempre assai più lunghe, non possono, malgrado il nome da noi loro assegnato di canali, rappresentare nella loro vera larghezza arterie di deflusso delle acque boreali. Se tali fossero, basterebbero a dar passo in poche ore a tutta quanta la grande inondazione. Non solo le acque non potrebbero esser impiegate a colture che richiedessero la durata di alcuni mesi, ma giungerebbero al mare e vi si perderebbero prima che un vantaggio qualunque se ne potesse trarre. Certo per le vie segnate da quelle strisce ha luogo un deflusso, ma non tutte intiere quelle strisce servono al deflusso. La loro larghezza è per tale scopo eccessiva, nè a questo scopo corrisponde bene il loro variabile aspetto, e la loro geminazione. Ciò che noi vediamo l
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