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Aggiornato: 8 giugno 2025
Restavano gli sbocchi dell'Appennino, e questi oramai, col suo stratagemma di ritirata, occupava l'esercito. Tardi si avvide Galeotto dell'inganno, ma non volle altrimenti si dicesse avergli ciò fatto perdere il tempo, e fresco ancora di quelle sue domestiche allegrezze guidò il fiore de' suoi a sloggiare il nemico da Gorra.
Non ne restavano che due motti: «domino a faveur rosa» ed «onor di marito.» Sergio esaminò attentamente quella scritta, poi disse: M'ero ingannato. È la scrittura di un uomo scrittura cattiva, ma a sangue freddo; penna pesante; spirito distratto. Si direbbe che l'è una copia. Al diavolo allora! E rigettò la carta nel fuoco.
Abbiamo anche noi salutato Polentina e regalato un pomo ad una scimmia che ci avea stesa la mano e i ragazzi si divertivano in mezzo a quella confusione, tanto che non avrebbero voluto più ritornare a casa; c'erano anche i Guerini coll'istitutrice, e Mario voleva restare finchè restavano loro; non so veramente per qual ragione, perchè essi non si voltavano mai dalla nostra parte; ma forse per studiare il naso dell'istitutrice inglese.
Tornò a indietreggiare dinanzi a quei crescenti attacchi, dirigendosi verso lo stagno. Indietro! indietro! gridava l'arabo, che s'infiammava. Giù nello stagno. In capo a cinque minuti Notis erasi ridotto proprio sulla riva dell'acqua; non gli restavano che due risorse. O lasciarsi ammazzare o gettarsi a testa bassa contro l'arabo. Arrenditi, gli disse Abd-el-Kerim.
Ma tutto ciò a nulla approdava; i nostri non retrocedevano; i borbonici non avanzavano, ma restavano sempre forti e minacciosi, ed ogni istante che fuggiva andava a loro profitto; solo uno sforzo concorde di tutto l'esercito poteva assicurare e compiere la vittoria.
Con quella spesa non gli restavano più che altri tre fiorini e mezzo, e gli dovevano bastare fino alle vacanze: Poco male; le zie lo avevano abituato all'economia!
La breccia era salita, ma non presa ancora; le batterie della Montagnola facevano strage degli assalitori; i francesi pagarono ogni palmo di terreno col sangue loro e dei loro capitani; gli artiglieri si facevano tagliare a pezzi sui loro cannoni, ma non si arrendevano; esaurite le polveri restavano ancora le baionette e i calci dei fucili; restavano sopratutto ancora a far barriera i petti dei superstiti ed i cumuli dei morti; ma la gloriosa ecatombe non poteva trattenere il nemico ed il numero doveva avere ragione una volta ancora; i francesi irruppero da ogni lato minacciando l'unica via di ritirata; non restava ai superstiti altro riparo che Villa Spada.
Entrarono allora risoluti nella viottola più bassa. Erano in quindici, e restavano in quindici, tra soldati e caporali. Ma dov'era il sergente Jemina, che avrebbero dovuto trovare per via? Gi
Nella camera da letto, dove la Teobaldi si recò, portando con mano incerta il doppiere pesante, restavano sul cassettone ancora tutti gli oggetti graziosi, ch'ella aveva ammirato altra volta; spazzole e pettini d'avorio, uno spruzzatore d'argento, un bruciaprofumi in bronzo; innanzi al letto le pantofoline trapunte d'oro; a terra giaceva anche una camicia da notte, che la Teobaldi raccolse, piegandosi dopo non pochi sforzi, e ammirò per i bei merletti che l'ornavano.
Fu quella la prima volta che la brigata, dacchè era uscito da Roma, dormì acquartierata. Liberatosi dai Francesi gli restavano sempre di fronte gli Austriaci, che scendevano da Perugia, ed i Toscani, che tenevano presidii tra Santeano e Chiusi, i quali potevano impacciare se non arrestare i suoi movimenti e molestarlo. Ma l'eroe non se ne sgomentava.
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