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Ed oggi, ecco, ella gli stava davanti ancora, fervida e sottile, ardente e leggiadra, e Nino, immobile, col cuore palpitante, si domandava se essa lo ravviserebbe. A un tratto ella volse gli occhi verso di lui e lo fissò con sguardo fermo e profondo. Tanto a lungo ella lo guardò che gli parve che tutti dovessero accorgersene, e Nino si sentì mancare il respiro per la commozione.

Io respiro. Io mi sento sollevato da una inquietitudine, ed a passo frettoloso me ne torno alla Camera. Qualche giorno dopo, io discerno nelle mostre di un cartaio qualche cosa, cui l'etichetta scritta di sotto assicura di essere io.

Si respirava come i moribondi. Anche quelli seduti incominciavano a dire che era una vera porcheria chiudere in una stanza lurida tanti cittadini. L'acqua doveva essere diventata calda come l'orina. Pure si beveva con piacere perchè c'era una caldura che toglieva il respiro e c'erano delle ore prima che venisse mattina.

Dio, eccolo.... eccolo.... veggo il lume: ecco il mio tiranno.... scende le scale, viene a tormentarmi.... Ma vieni, vieni pure.... Prima morta che tua.... .... ah! respiro.... non è lui; nessun lume viene a rischiarare questo abisso.

Sempre, nel silenzio grave della camera, il respiro difficile che sfuggiva a irregolari intervalli di mezzo alle labbra azzurrastre della signora. Finalmente a un tratto parve a Mattia che un leggero acquietamento intervenisse in lei. Le sue dita si agitarono, come cercando un appoggio: un sospiro profondo le uscì dal petto. Loreta, Loreta.... egli la chiamò.

Suonava dall'altare l'ultimo Dominus vobiscum, E dalla porta socchiusa dai più impazienti penetrava nella chiesa con un raggio di sole, un respiro di ilarit

Guardò, baciò, respirò quelle trine, quei veli di batista e di surah.... baciò i guanciali.... baciò tutto il letto.... e sul letto di sua moglie, cercando, aspirando il profumo di sua moglie, si assopì.... finì per addormentarsi.... Dormì così fino alla mattina, e fu destato di soprassalto da un clamore assordante di voci, di grida, di urli, di fischi. Spaventato, scese dal letto.

Nei vetri più alti, contro il cielo, qualche lontana cima d’albero si muoveva. Nella vasta notte non si udiva neanche un rumore. Ma io sentivo perdutamente il desiderio di soffocare ne’ suoi gonfi capelli la mia bocca innamorata. Il suo respiro mi toccava, mi parlava; era inebbriante come un forte profumo.

Egli crollò le spalle al sarcasmo; si guardò da capo nella spera, e mise un respiro. Ella alzò gli occhi turbati, e, mettendogli le braccia al collo, gli disse:

I loro polsi, ugualmente fini, si andavano sempre più allacciando, vena contro vena, per dormire in pace. Così l’una sentirebbe dell’altra il cuore delicato battere. La bocca rossa di Madlen s’immergeva, con una specie di semiriso ebbro, nel respiro di Litzine.