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Aggiornato: 28 giugno 2025


E quando nei giorni successivi, e negli intimi colloqui colla fidanzata, essa confessò a Bonifazio che lo amava fino dal loro primo incontro, e lo aspettava rassegnata, colla speranza di rivederlo, risoluta di non volere che lui o nessuno, egli non sapeva darsi pace della sua dabbenaggine, e del tempo perduto.

Era una donna alta e scarna, dal cui viso smunto traspariva una bellezza guasta ancor più dai patimenti che dagli anni; gli occhi esprimevano quella mestizia dolce e affettuosa, che indica come l'anima sia rassegnata, ma non abituata al dolore.

Si vedeva chiaramente lo sforzo eccessivo onde tentava assumere una calma dignitosa e rassegnata. Sentite, Ginevra, disse finalmente il Morone dopo una lunga pausa, io ho preveduto il vostro affanno, e perciò avrei pensato al modo di alleggerirlo. Alleggerire il mio affanno? , considerandovi più che donna, e affidandovi un incarico della più grave importanza. A me? e quale?

L'attesa, dapprima calma e rassegnata, volgeva, col volgere delle ore, ad una inquietudine generale. Non poteva più star ferma; la finestra, la sedia, il divano, l'uscio e poi da capo la finestra, e poi più nulla. Ritta nel mezzo della stanza pareva una statua; le sue sensazioni si concentravano in un immenso, in uno sfrenato desiderio di vedere Alberto.

La sera medesima di quel che la famiglia di Vittore era tornata a casa, la Teresa e i figliuoli sedevano mestamente nella stanza paterna, come in luogo sacro. Avevano pregato insieme, e scambiavano alcune meste parole, ma senza piangere: sentivano, dopo la divota comune preghiera, una calma rassegnata, una consolazione che altra cosa al mondo non può dare.

Chi le avrebbe mai detto che la creatura, di cui avea un istante pianto la morte, e alla cui perdita si era subito rassegnata, la figliuola sua e di Roberto, le stava accanto, che ella ne stringeva le mani, ne udiva la voce, ne avea le carezze? Chi le avrebbe detto che fra breve si sarebbero ritrovati tutti e tre insieme, e in quali angosciose congiunture.

Se ne doleva, fantasticando su quel silenzio; ma ne scusava la madre, come donna prudente, che non voleva mandar attorno il nome della fanciulla, confidato alla carta: e gli erano di qualche conforto le notizie che essa gli dava di , della vita che menava rassegnata, dello spasso preso in quelle sue lezioni date a Tecla, della quale diceva, come se la fosse tirata in casa, e quanto ne fosse lieta, crescendo questa di gentilezza ogni giorno, sicchè egli nel tornare non l'avrebbe più ravvisata.

Da Roma dovea escire la parola iniziatrice; e forse, uscendo senza indugio, mentre durava il fremito universale e Napoli non s'era peranco rassegnata alla schiavitù, sarebbe stata più feconda di conseguenze che non fu dopo quattro mesi. Convinto di questo e libero oggimai di seguire apertamente la fede mia, indirizzai il 5 novembre la seguente lettera a' miei amici romani .

E con appassionato accento egli riepilogò la sua vita, fatta quasi interamente di dolori, non arrisa che da poche e fuggevoli gioie: tutta la sua vita, dal giorno in cui seppe la rassegnata morte del padre, da lui mai conosciuto, nelle carceri austriache di Theresienstadt, ai giorni luttuosissimi in cui vide successivamente spegnersi, vittime entrambe del medesimo inesorabile morbo, prima la sorella, pia e dolce fanciulla non anco ventenne, quindi poco appresso la madre.

Vedendola, se non più ragionevole, almeno più rassegnata, aggiunsi tutti quegli argomenti che militavano in mio favore; e il più importante di tutti era questo: la contessa Savina aveva un marito, essa lo aveva seguito al domicilio coniugale, in conseguenza non dimorava più in casa Brisnago, ed io non sarei certo andato a cercarla davanti al palazzo di Montegaldo, che non sapevo nemmeno dove fosse.

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