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Aggiornato: 27 giugno 2025
41 Come la terra, il cui produr di rose le diè piacevol nome in greche voci, e la citt
Con sì lungo piacere io la baciai d'amore che parvemi ne 'l cuore tutte le rose avere. Ben or, se l'aulorose labbra onde il miel trabocca bacio, sapor di rose mi si diffonde in bocca. ROND
Varia la scena, sorgon sontüose Ville di marmo in mezzo alla verdura, Dove ne olezzano Sui vecchi muri le novelle rose, E s'apre un atrio pieno di frescura. Amo errare così per il paese Vasto del sogno ove tutto s'oblìa... Ma poi mi sveglio, La vita torna a diventar palese, E mi ritrovo sulla dura via.
Ma, in quel momento, mentre pensava di ricorrere all'Andreina, perchè il vecchio avesse tanto da poter campare un paio di mesi, gli cadde sott'occhio l'anello che gli aveva regalato Lalla; la turchina colle rose d'Olanda. Egli non lo aveva mai venduto quell'anello, nemmeno nei momenti più difficili, per una di quelle ripugnanze che erano fra le anomalie del suo carattere di gentiluomo pervertito.
ERASTO. Ma che piú bella ciera si potrebbe veder di quella sua? come sotto quel color di latte e rose può covar tradimento? come è possibile che quel che dentro si covasse non apparisse di fuori? DULONE. Io non so perché tanta affezione. ERASTO. Mi ama, mi onora, mi serve con ogni affetto e ne ricevo continui benefici, che è la maggior catena che attacchi la benevolenza.
Se quella notte fu lunga ed angosciosa per l'Albani, ciascuno di leggieri comprende che anche il Gran Proposto Berretta e il Capo di Sorveglianza Torresani non dormirono sovra un letto di rose. Quanto alla buona e sensibile Fidelia, basti sapere ch'ella vegliò fino all'alba in lacrime e preghiere.
Io dimando mille volte perdono a V. E. Rev.ma. Io non aveva alcuno intendimento di spiacervi. Gli era un paragone involontario con quella tosa di diciotto anni, svelta come una colonna gotica, bianca e diafana come il vapore dell'alba, l'occhio languido dell'amore che si risveglia, la bocca di rose che scoppietta baci, una Venere sotto la pelle d'un cherubino, che d
138 Dal mar sei miglia o sette, a poco a poco si va salendo inverso il colle ameno. Mirti e cedri e naranci e lauri il loco, e mille altri soavi arbori han pieno. Serpillo e persa e rose e gigli e croco spargon da l'odorifero terreno tanta suavit
E gli infermi assomigliano in questo appunto ai fanciulli essi hanno vissuto in certo modo lontani dal mondo, hanno sentito la vita fuggire dal corpo, e pare loro che il mondo li attenda a braccia aperte, e la vita non prometta che rose.
Oggi non si odia più. Tutto è finito per noi, dice Rose Barn.
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